FABIO CAPOBIANCO ci dice la sua sul caso di Massimo, il gommista incarcerato e poi subito dopo rimesso in libertà dal Gip: "Quando i giornali ed i mass-media in genere, anche per motivazioni politiche, attaccano a testa bassa i personaggi di 'primo piano' della politica, economia e società civile in genere, spesso non disdegnando ma anzi mostrando di gradire, il privato o addirittura il pruriginoso, allora si sviluppa un sistema, un modus operandi, che viene trasferito 'paro paro' anche ai fatti coinvolgenti persone comuni, non vip e nemmeno criminali pericolosi. Se si apre una breccia nel muro della cronaca rispettosa e pertinente, alla fine, è solo una questione di tempo prima che di quel muro rimangano solo le macerie del livore e della penna armata! Di quei giornalisti, dal piccolo giornale locale chi fa il 25% di share in tv, mossi dal motto: non è importante che l'accusa sia falsa o senza prove, basta gettare qualche ombra e disseminare il dubbio per colpire con efficacia. Fabio Capobianco". - Parola ad ELISA BROCCHI: "e se il gommista fosse stato un punk pirsato (i.e. pieno di piercing) e supertatuato e magari scorbutico o extracomunitario o rom? CHI l'avrebbe difeso così? I pochi grammi di coca sono gli stessi... Cerchiamo di indignarci sempre con la stessa passione." - Giustissimo. Ringrazio sentitamente entrambi i lettori che sono intervenuti.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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