1. Lilly FEROLLA scrive a Studio Cataldi: "Condivido il sasso gettato da LUCHIANO 1964 - la pensione di reversibilità è continuamente taglieggiata, mettendo il percettore in grosse difficoltà perchè soprattutto oggi non può far conto su un'entrata certa. Io sono vedova da 15 anni, mi vedo sovente recuperare soldi per 'somme indebite' datemi magari 10 anni fa: devo rendere 18mila euro in 7 anni: ma l'INPS quando fa i conti ha chiara la situazione reddituale del percettore, quindi l'errore non è del percettore... NON HO CERTEZZE di reddito, è un'angoscia: non è giusto che oltre a essere vedovi, vedi il tuo tenore di vita sempre peggiorare, al contrario per i separati/divorziati la giurisprudenza trova modi per garantire un mantenimento adeguato al tenore in costanza di matrimonio... si faccia qualcosa anche per i VEDOVI! Grazie Liliana Ferolla". 2. Salvatore SATTA aggiunge: "Concordo. La pensione di reversibilità non dovrebbe essere decurtata. Non solo, dovrebbe essere riconosciuta anche a chi per ignoranza o perfino negligenza la chiede in ritardo; in tal caso non dovrebbero porsi in discussione gli arretrati. Nel caso specifico dell'INPS infine, l'istituto che vanta crediti contributivi, dovrebbe compensare tali crediti con i debiti verso il superstite e non chiedere la previa acquisizione dei suoi crediti". 3. Antonio PANSA rileva: "la pensione di reversibilità deve andare per intero al coniuge superstite senza le attuali assurde decurtazioni. Si lavora una vita per niente?" - Grazie ai nostri appassionati visitatori per i loro interventi a commento della proposta che abbiamo pubblicato il 15 feb '11.
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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