APOCALISSE, il finimondo, è il vocabolo -dice l'immensa Barbara SPINELLI- che "s'espande come un virus, dall'inizio del cataclisma" del Giappone. Ma -prosegue l'autorevole scrittrice che ha appena perduto il compagno di vita Tommaso PADOA-SCHIOPPA (Studio Cataldi lo ha ricordato nella news del 19 dic '10 intitolata 'l'Euro ha perso il suo Papà')- "apocalisse è altra cosa". Pleonastico soggiungere ch'è proprio vero: apocalisse, dal verbo greco 'apokalypto', 'svelare', è la fine del mondo, mentre il cataclisma nipponico è "la fine di UN MONDO ...di certezze, di assiomi cocciutamente coltivati" ('Repubblica' del 16 mar '11). Quando m'imbatto in situazioni sgradevoli della tipologia di quella balzata ai miei occhi da un lancio d'agenzia
, perdo di colpo il mio credo di garantista e mi trasformo in un bieco inquisitore: sappiate che c'è chi sul web profitta dell'ondata di emozione correlata alla tragedia nipponica per fregare soldi. Un sito ospitato negli USA simula una raccolta di fondi che equivale tanto quanto a chi fruga tra le macerie del terremoto per sottrarre le povere cose degli sventurati evacuati: si tratta, in realtà, di una manovra di phishing ('spillaggio') mirante a profittare in modo SPREGEVOLE della generosità altrui. E ingenera in tal modo ostruzionismo e DIFFIDENZA alle raccolte sincere di denaro. Il sito è denominato japan.com ed è stato creato utilizzando un sistema open-source di social networking Jcow 4.2.1. I criminali responsabili di questa frode informatica hanno anche sfruttato la funzione blog del sito web, inserendo post che somigliano a pubblicità, forse con l'intenzione di migliorare la posizione del sito online per i motori di ricerca. Ricordo che anni fa andai a trovare in ospedale una persona cara ricoverata in un Centro tumori.
Accortomi che sulle pareti esterne dell'edificio c'erano tracce di proiettili, domandai a quando risalissero. Mi venne risposto che, proprio pochi giorni prima, si era verificata una sparatoria con attacco ad un furgone portavalori da parte di malviventi. Rimasi sbigottito al cospetto di quel che di abominevole può accadere e può congegnare la mente pseudo-umana: non basta fronteggiare con rassegnazione il calvario del tumore; anche soltanto facendo una passeggiata per la piccola, grandissima gioia della vita di acquistare un giornale o prendere un caffè, l'ammalato di un centro oncologico rischia di trovarsi in mezzo ad uno scontro a fuoco. A fronte di prove inoppugnabili propongo di punire siffatte condotte con l'istituzione delle sanzioni penali più efferate. Del tipo metaforico plotone di esecuzione sul posto senza neppure avvertire il cappellano militare: troppo lusso, tanto il loro destino nell'Aldilà è essere schiaffati agli Inferi con diritti d'urgenza, nel posticino più orribile che Dante Alighieri abbia ipotizzato. Nessuno li piangerà, statene pur certi. Un avvocato? Dispiegamento di cavilli inutili. Nei Codici Penali ci vorrebbe uno snodo di ...barbarie e di ferocia oltre il quale le sanzioni comminate diventano terrificanti. E le pene siano CERTE ed interamente SCONTATE. In alternativa subordinata, CAMPI DI LAVORO FORZATO tipo miniera cilena diciotto ore su ventiquattro per il resto dell'esistenza.
Mi pare di ricordare che un (o IL) Padre della Patria come Sandro PERTINI sosteneva: "a brigante, brigante e mezzo!". Sottoscrivo! Sono parecchio garantista, eh? Eppur sino a ieri credevo nella rieducazione del reo, ma non anche alle favole ed alle becere giaculatorie: gente che specula sulla calamità con tale becerume chi la redime?! Tipacci così emanano isotopi altamente tossici per il consorzio umano. Più delle radiazioni dei reattori nucleari in fiamme. Forza Giappone! Ho tentato di sviscerare il mio infinito rispetto per quel popolo che reputo tra i migliori del mondo in un mio pezzo risalente a più di un anno fa, l'11 feb '10, che, se volete e potete, compare come consultabile qui in calce.

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