Ci sono mestieri che gli italiani sono sempre meno disposti a svolgere, lasciando ai lavoratori stranieri nuove opportunità di lavoro e di impresa; si tratta del lavoro manuale, tra cui addetti alle pulizie, muratori, carpentieri e ponteggiatori, autisti e camionisti, meccanici, gommisti e carrozzieri, piastrellisti, idraulici ed elettricisti, operai agricoli specializzati. E' quanto rende noto il Censis sulla base di elaborazioni effettuate nell'ambito di un'attività istituzionale volta a delineare le nuove opportunità dei lavori tecnico-manuali. Come si legge nel comunicato stampa dell'Istituto, "tra il 2005 e il 2010, infatti, a fronte di un crollo del numero di lavoratori italiani occupati in lavori manuali (-847mila, con un decremento dell'11,1%), aumenta quello dei lavoratori stranieri (+718mila, con una crescita dell'84,5%). Un vero e proprio «effetto sostituzione», considerato che, fatti 100 i lavoratori manuali, l'incidenza degli stranieri è passata, nel corso degli ultimi cinque anni, dal 10% al 18,8%, raggiungendo quota 52% tra gli addetti ai servizi di pulizia, il 32% tra gli addetti del settore edile, il 30% tra le figure non qualificate che lavorano nel turismo". E pensare che il lavoro manuale continua a rappresentare uno dei pilastri del nostro mercato del lavoro e le aziende incontrano difficoltà a reperire le figure necessarie: sono più di 60mila i posti di lavoro che rischiano di restare vacanti, perché le aziende non trovano persone disposte a svolgere tali lavori o per la scarsa preparazione di quelle individuate.
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