Sulla base di un lavoro preparatorio svolto dalla commissione deontologica, il Consiglio Nazionale Forense sta per approntare un'integrazione al codice di deontologia forense per disciplinare il comportamento degli avvocati che assumono le funzioni di mediatore/conciliatore. Sarà ora elaborata una proposta di testo che dovrebbe prevedere da un lato un dovere generalizzato di osservanza degli obblighi propri della nuova funzione e dall'altro le possibili incompatibilita', conflitti di interessi e responsabilita' in caso di proposta di conciliazione non conforme al diritto. Come rileva il Consiglio, "In attesa e indipendentemente dagli sviluppi giurisdizionali e politici sulla mediazione la messa a punto deontologica appare passaggio urgente e ineludibile, nella scia della linea d'azione generale del Consiglio che se, da una parte, e' impegnato a contrastare e a far superare le criticita' della mediazione cosi' come disciplinata dalla attuale normativa, dall'altra non puo' e non deve sottrarsi alla responsabilita' di fornire il dovuto e doveroso supporto ai Consigli degli Ordini per il governo dell'istituto anche nei suoi aspetti deontologici e nelle sue ricadute disciplinari'. 'Il Consiglio - si legge in una nota del CNF - ha ritenuto opportuno procedere per questa strada tenendo conto del fatto che la violazione da parte dell'avvocato-mediatore civile degli obblighi propri come fissati dalla normativa attualmente in vigore determina per lui conseguenze sul piano disciplinare valutabili dal Consiglio dell'Ordine 'sia se si ritenga che l'esercizio dell'attivita' di mediatore civile da parte di un avvocato rappresenta una manifestazione di attivita' professionale, sia se si ritenga il contrario''.
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