Salutano con soddisfazione i penalisti italiani alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle nuove norme volute dal governo, per rendere compatibile la maternità con il carcere, in modo tale da consentire al minore di avere il diritto ad essere allevato dalla madre. La norma prevede la creazione di strutture al di fuori del carcere, che non siano esse stesse un carcere, evitando che il minore fino all'età di sei anni cresca recluso. L'Unione delle Camere Penali si dice da un lato soddisfatto delle nuove norme, che si pongono a tutela del minore, ma dall'altro giudicano le stesse insufficienti, in quanto prevederebbero eccezioni, ad esempio, per i casi delittuosi più gravi, confermando una sorta di politica del doppio binario, che i penalisti giudicano insensata. Infatti, spiegano, queste misure si pongono a tutela del diritto costituzionale della maternità e del bambino, e dovrebbero prescindere dalla gravità del reato. Infine, rimarcano una insoddisfazione riguardo alla dotazione di tali strutture ad hoc, che sarebbero previste solo a partire dal 2014, mentre al momento solo Milano sarebbe dotata di una struttura del genere. Ancora una volta, quindi, si torna a discutere del gravoso e delicato problema del rapporto tra bambino e madre, quando questa si trovi in carcere.
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