"È scandaloso, i mancati pagamenti dello Stato negano il diritto alla difesa dei più deboli e scaricano sugli avvocati più giovani il peso economico di una grave disfunzione del sistema giustizia". È con queste parole che il Presidente dell'Oua, De Tilla, esprime tutto il suo sdegno denunciando la situazione degli avvocati che, difendendo i meno abbiente, non ricevono i pagamenti, addirittura da anni, dallo Stato. "Denunciamo - si legge dalla nota diffusa dall'Oua - una grave disfunzione del nostro sistema giudiziario nei confronti del diritto di difesa dei cittadini con difficoltà economiche che ricorrono al gratuito patrocinio e alla difesa di ufficio e al mancato pagamento da parte dello Stato dei compensi dovuti agli avvocati (i più giovani) che prestano questa attività". Tale comportamento violerebbe la costituzione, in particolare il combinato disposto dagli artt. 2, 3 e 24 che impone l'obbligo di garantire il diritto di difesa a tutti gli individui in ogni stato e grado del procedimento a prescindere dalle loro condizioni economiche. È proprio l'art. 24, che specifica che sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. "Con questo reiterato comportamento dello Stato (e in parte dell'autorità giudiziaria) - ha concluso ancora De Tilla - si produce l'effetto negativo di vanificare la prescrizione di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge ed il riconoscimento di un eguale diritto di difesa, nonché si svilisce in maniera inaccettabile la professione forense. Numerosi avvocati di ogni parte d'Italia hanno formulato una decisa denuncia. Si segnala in particolar modo quella degli avvocati bolognesi e il pronto intervento del Consiglio dell'Ordine di Bologna". L'Organismo infine rende noto che ha scritto al Ministro della Giustizia e al Ministro dell'Economia perché siano effettuati immediatamente i pagamenti dovuti. Nella nota, si manifesta la volontà di adottare anche un'iniziativa giudiziaria collettiva.
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