"Tutti facciamo sacrifici. Non si capisce perchè nel mondo del calcio questa realtà non debba valere. Inoltre non si spiega come mai tutti criticano lo sciopero generale, partiti di opposizione compresi, e nessuno critichi questo sciopero" . Queste le parole del presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Se lo sciopero dei calciatori dovesse impedire il regolare avvio del campionato 2011/2012 e non si dovesse disputare la prima partita delle 38 previste in calendario, secondo il Codacons ai giocatori dovrebbe essere decurtato parte del salario, nella misura di un trentottesimo dello stipendio - inteso quale corrispettivo della costante prestazione di servizio - come accade per ogni lavoratore che salta una giornata di lavoro per sciopero, per cui viene applicata una trattenuta in busta paga. Stesse regole quindi e stesso trattamento. Tradotto in cifre: l'ingaggio di Totti, corrispondente a 5 milioni di euro annui, dovrebbe essere ridotto di 131.000 euro, quello di Buffon, pari a 6 milioni, di 157.000 euro. Robinho dovrebbe rinunciare a 105.000 euro, sui 4 milioni dell'ingaggio, mentre Ibrahimovic, a 236.000 euro, in virtù dei 9 milioni di euro annui percepiti. Un discorso analogo va esteso anche ai tifosi che, alla luce del regolare abbonamento pagato per assistere a tutte le19 partite della stagione di campionato giocate in casa, avrebbero diritto ad un rimborso pari a 1/19° della somma versata. Se le società di calcio non dovessero mostrarsi disposte a valutare tali ragioni, il Codacons ha manifestato l'intenzione di offrire assistenza legale, al fine di garantire la piena tutela degli interessi dei tifosi perchè possano ottenere la restituzione di parte dell'abbonamento e affinché venga loro risarcito il danno esistenziale procurato per non aver potuto assistere alla prima partita della squadra di calcio preferita.
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