Emergenza lavoro. La Svimez (l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno), nel suo rapporto 2011 lancia l'allarme: "Il Sud Italia è in recessione, continua a crescere meno del resto del Paese, risente di una disoccupazione reale del 25% e corre il rischio di un vero e proprio tsunami demografico". Lo scenario è preoccupante. Nel 2010 gli occupati in Italia sono stati 22 milioni 872mila unità, 153mila in meno rispetto al 2009, di cui 86.600 nel solo Mezzogiorno. Ma la vera e propria emergenza è tra i giovani. Nel Sud, il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7% (nel 2009 era del 33,3%): praticamente nel mezzogiorno lavora meno di un giovane su tre. Per quanto riguarda le giovani donne, si registra un tasso del 23,3%, 25 punti in meno rispetto al Nord del Paese (56,5%). Sembra che la "debolezza" sul mercato del lavoro, strettamente connessa, in tutto il Paese, alla "condizione giovanile", al Sud si protragga ben oltre l'età in cui ragionevolmente si può parlare di "giovani". Dalla "fuga dei cervelli" (brain drain), si è ormai passati allo "spreco di cervelli" (brain easte), ovvero ad una condizione per cui dimensioni enormi di capitale umano formato sono sottoutilizzate. Nel 2010 il tasso di disoccupazione registrato ufficialmente è stato del 13,4% al Sud e del 6,4% al Centro-Nord, dati che evidenziano lo squilibrio strutturale che tuttora permane nel mercato del lavoro italiano. Nel Mezzogiorno la perdita di lavoro si trasforma solo in minima parte in ricerca di nuova occupazione. Rispetto all'anno precedente, i disoccupati sono aumentati più al Centro-Nord (+9,4%) che al Sud (+6,6%) dove la Sicilia è al primo posto con un tasso del 14,7%, seguita dalla Sardegna (14,1%) e dalla Campania (14%). In valori assoluti i disoccupati sono incrementati di 59.300 unita' nel Mezzogiorno, di cui 18.500 in Campania e 12.600 in Puglia. Tuttavia, considerando la componente formata dai disoccupati impliciti, coloro cioè che non hanno cercato lavoro nei sei mesi precedenti l'indagine, il tasso di disoccupazione effettivo nel Centro-Nord supererebbe la soglia del 10% e al Sud raddoppierebbe, passando nel 2010 dal 13,4% al 25,3%. Tra il 2003 e il 2010 gli inattivi in età da lavoro sono cresciuti nel mezzogiorno di oltre 750 mila unità.
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