In 30 anni di condoni (edilizi, fiscali, previdenziali, etc.) l'Erario ha incassato 104,5 mld di euro. Le sanatorie economicamente più redditizie per le casse dello Stato sono risultate essere quelle tombali. Secondo i calcoli del CGIA di Mestre, nel 1982 e nel 1992, hanno garantito rispettivamente il 113% e il 120,6% del gettito previsto. Risultati sopra ogni attesa anche nel biennio 2002-2003: dal condono tombale, sono arrivati 12,8 mld di euro, contro gli 8 mld di gettito previsto, pari ad un 160,4% in più, sul totale di incasso atteso. Gli altri condoni si sono invece rilevati quasi un fallimento: risultato deludente per il condono delle scritture contabili, introdotto nel 1995, che ha generato solo il 2,7% dell'incasso previsto, e per quello relativo ai rifiuti, del 1989, che ha prodotto solo il 3,3% del gettito auspicato. "Premesso che l'introduzione di qualsiasi condono fiscale è, a mio avviso, immorale ed eticamente sbagliato - spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre - ha senso proporlo solo quando ci si trovi di fronte ad una importante riforma del fisco in cui si debbano chiudere i rapporti rimasti aperti tra l'Amministrazione finanziaria e i contribuenti che azzeri i contenziosi tra le parti'.
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