L'ex coniuge che va a convivere stabilmente perde automaticamente il diritto agli alimenti. Lo stop all'assegno vale solo se la convivenza e' 'seria', 'duratura', 'esclusiva'. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione occupandosi della vicenda di una signora lombarda, 50enne e senza un lavoro, che dopo la separazione dal marito era andata a convivere stabilmente con un imprenditore comasco. All'ex marito, in sede di divorzio, i giudici avevano imposto un assegno di 600 euro mensili come mantenimento della moglie (oltre a 400 euro al mese per i due figli maggiorenni ma non autosufficienti a lei affidati). Ma per la Cassazione la donna non ha piu' diritto agli alimenti. Il motivo? 'Allorche' la convivenza 'more uxorio' si caratterizza per stabilita', continuita' e regolarita' - scrivono i supremi giudici nella sentenza 1975 - tanto da assumere i connotati della cosiddetta famiglia di fatto caratterizzata dalla libera e stabile condivisione di valori di vita, il parametro di valutazione dell'adeguatezza dei mezzi economici a disposizione dell'ex coniuge non puo' che registrare una tale evoluzione, recidendo ogni plausibile connessione con il tenore e il modello di vita economico caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale'. Il principio vale 'finche' tale convivenza duri e fermo restando - annota ancora la Prima sezione civile - in questa fase, la perdurante rilevanza del solo eventuale stato di bisogno, ove non compensato all'interno della convivenza'.
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