Il Codacons si è mobilitato in favore dei passeggeri coinvolti nell'incidente della nave da crociera Costa Concordia, naufragata pochi giorni fa nei pressi dell'Isola del Giglio, e della quale si parla quasi ininterrottamente in TV, giornali e internet. Con la collaborazione di due studi americani, Napoli Bern Ripka Shkolnik LLP e Proner e Proner, l'associazione di Carlo Rienzi è intenzionata a lanciare una class action a Miami, negli Stati Uniti, contro le aziende Costa e Carnival, allo scopo di far ottenere alle vittime del disastro, di qualunque nazionalità esse siano, un risarcimento-record da 125,000 euro, maggiore di due o tre volte rispetto a casi analoghi. Il Codacons ha messo a disposizione quindi, anche in lingua inglese, un modulo da compilare al fine di aderire all'azione di classe, la quale consentirebbe, successivamente, di entrare come parti civili nel processo penale in corso a Grosseto contro i diretti responsabili della sciagura, come il comandante Francesco Schettino e gli altri ufficiali di bordo; l'associazione non esclude inoltre l'eventualità di una class action tutta italiana contro capitanerie di porto e tutte le pubbliche amministrazioni che hanno in qualche maniera omesso di effettuare i controlli necessari a prevenire l'incidente. Carlo Rienzi ha affermato che i motivi per i quali i passeggeri possono chiedere risarcimenti sono molti: si va dal semplice danno materiale, come vacanza persa, effetti personali smarriti o danneggiati e danni fisici, fino ai danni morali, come paura e terrore per il potenziale rischio di perdere la vita; ha inoltre aggiunto l'inammissibilità di un episodio di questo genere in un contesto nel quale le imbarcazioni sono dotate di strumentazioni molto sofisticate atte proprio a prevenire scontri e incagliamenti.
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