Dati preoccupanti emergono da quanto segnala l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) secondo cui i licenziamenti e l'incremento della precarietà stanno colpendo soprattutto le donne. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia che per i ragazzi al di sotto dei trent'anni sfiora il 30%, ma per le ragazze arriva al 50%. Eppure secondo quanto riferisce OIL, se l'occupazione femminile dovesse raggiungere il 60% il Pil italiano crescerebbe del 7%. Sembrerebbe che ci siano ancora ostacoli economici, culturali e organizzativi che impediscono il raggiungimento di una vera parità tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Anche a livello internazionale la povertà di massa è soprattutto povertà al femminile: il 70% dei poveri assoluti nel mondo sono donne. La Commissione delle Nazioni Unite sullo stato delle donne (Csw) Ha espresso preoccupazione per il peggioramento della condizione femminile, provocato dalla perdita del reddito da lavoro e dai forti tagli alla spesa sociale praticati dagli stati. Anche se le donne sono le principali generatrice di reddito familiare, di fatto rimangono escluse dalla possibilità di accedere a risorse fondamentali per lo sviluppo economico come il credito la proprietà terriera e di altri strumenti di produzione, la formazione e la tecnologia. l'è proprio nelle società industriali che le donne subiscono le maggiori disparità delle retribuzioni nella carriera professionale. Anche nell'ambito dell'Unione Europea il divario medio di guadagni tra uomini e donne è del 17,4%.
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