La fondazione, analizza gli aspetti critici del ddl sulla riforma del mercato del lavoro attraverso un esame tecnico giuridico disponibile integralmente sul sito consulentidellavoro.it.
Partite Iva e preoccupazioni dei consulenti sulla riforma
Oggetto dello studio dei consulenti sono in primo luogo i tre requisiti che, in base alla prospettata riforma, fanno scartare per le partite Iva il presupposto che si tratti di lavoro subordinato: la monocommittenza, la durata della prestazione superiore a sei mesi nell'arco di un anno e il fatto che il collaboratore abbia una postazione di lavoro presso la sede del committente.
In sostanza, sulla base delle nuove disposizioni basterebbe anche il solo verificarsi di uno dei tre presupposti per far presumere un regime di parasubordinazione del rapporto. E a quel punto ci sarebbe una conversione automatica del rapporto a meno che il committente non fornisca una prova contraria.
Secondo i consulenti "la scelta, evidentemente discutibile, conferma l'approccio alla materia che nell'ambito del condivisibile obiettivo di perseguire le violazioni delle tutele in materia di lavoro, ritiene in maniera aprioristica in senso negativo qualsiasi rapporto di lavoro diverso dal 'tempo pieno e indeterminato'".
Gli esperti della fondazione studi ritengono quindi che partendo da un approccio sbagliato la correzione potrebbe "rivelarsi dannosa perlomeno quanto il vizio che si vorrebbe correggere". In sostanza tutto questo potrebbe portare a un effetto negativo per l'occupazione con la "perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, scaturente dal timore di conversioni forzose e dei costi, ingiustificati quanto una conversione ex lege avulsa dalle modalità di attuazione effettiva del rapporto di lavoro, che ne conseguirebbero".
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