"Siamo allibiti di fronte alla vergognosa ipotesi di mancato risarcimento dello Stato in caso di calamità naturali", ha dichiarato Federconsumatori in un comunicato stampa, aggiungendo che si tratta di un provvedimento "del tutto improponibile" e che potrebbe riguardare anche il recente terremoto in Emilia.
L'associazione ha infatti ricordato che la norma inclusa nella riforma della Protezione Civile, insieme alla nota "tassa sulla disgrazia", non sarebbe ancora operativa a causa della mancanza del regolamento che dovrebbe essere emanato dal Governo con l'avallo del Ministero dell'Economia e dello Sviluppo Economico, la conferenza Stato-Regioni e l'Isvap.
"C'è un limite a tutto, non si può permettere alle assicurazioni di lucrare sulle disgrazie dei cittadini", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, i quali hanno inoltre fatto richiesta alle suddette istituzioni di non far passare il provvedimento.
Per Federconsumatori l'assenza di forme di risarcimento provenienti dallo Stato obbligherebbe la stipula di polizze sulle calamità naturali, con conseguente arricchimento delle compagnie assicurative le quali già guadagnerebbero abbastanza applicando le tariffe RC auto più care del continente: l'associazione ha inoltre aggiunto che secondo una stima i guadagni sarebbero di circa 6 miliardi di euro prendendo come riferimento un costo medio di 200 euro l'anno a polizza e assicurando 30 milioni di abitazioni private tra prime e seconde case.
Per le associazioni vi sarebbe un'ulteriore aggravante, ovvero che sussisterebbe una grande disparità tra i cittadini che vivono in zone a rischio sisma rispetto a chi vive in zone a basso rischio:"Se proprio lo Stato intende risparmiare sui risarcimenti, disponga un serio piano di controlli ed operazioni per mettere a norma gli edifici secondo le più moderne tecniche antisismiche", hanno infine dichiarato Federconsumatori e Adusbef.
L'associazione ha infatti ricordato che la norma inclusa nella riforma della Protezione Civile, insieme alla nota "tassa sulla disgrazia", non sarebbe ancora operativa a causa della mancanza del regolamento che dovrebbe essere emanato dal Governo con l'avallo del Ministero dell'Economia e dello Sviluppo Economico, la conferenza Stato-Regioni e l'Isvap.
"C'è un limite a tutto, non si può permettere alle assicurazioni di lucrare sulle disgrazie dei cittadini", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, i quali hanno inoltre fatto richiesta alle suddette istituzioni di non far passare il provvedimento.
Per Federconsumatori l'assenza di forme di risarcimento provenienti dallo Stato obbligherebbe la stipula di polizze sulle calamità naturali, con conseguente arricchimento delle compagnie assicurative le quali già guadagnerebbero abbastanza applicando le tariffe RC auto più care del continente: l'associazione ha inoltre aggiunto che secondo una stima i guadagni sarebbero di circa 6 miliardi di euro prendendo come riferimento un costo medio di 200 euro l'anno a polizza e assicurando 30 milioni di abitazioni private tra prime e seconde case.
Per le associazioni vi sarebbe un'ulteriore aggravante, ovvero che sussisterebbe una grande disparità tra i cittadini che vivono in zone a rischio sisma rispetto a chi vive in zone a basso rischio:"Se proprio lo Stato intende risparmiare sui risarcimenti, disponga un serio piano di controlli ed operazioni per mettere a norma gli edifici secondo le più moderne tecniche antisismiche", hanno infine dichiarato Federconsumatori e Adusbef.
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