Gli esami di maturità sono alle porte, considerando che inizieranno tra una settimana circa, mercoledì 20 giugno: per l'occasione il Codacons ha nuovamente lanciato un appello contro l'utilizzo e in alcuni casi anche l'abuso di farmaci cosiddetti "per la memoria".
L'associazione ha sottolineato che si tratterebbe di uno spreco di soldi in farmacia, perpetrato soprattutto da mamme in apprensione per i risultati che i propri figli potrebbero conseguire nel corso delle prove, poiché non esisterebbero prodotti e farmaci in grado di aumentare la capacità di concentrazione o favorire la memoria e, quindi, incrementare le prestazioni scolastiche; non solo, per il Codacons si tratterebbe di prodotti dannosi, oltre che inutili.
"Purtroppo le industrie farmaceutiche ed i farmacisti, che hanno lauti guadagni dalla vendita di questi prodotti, non hanno interesse a mettere in guardia il cliente dall'uso improprio di queste sostanze" ha dichiarato il Codacons, aggiungendo che la legge dovrebbe vietare la pubblicità sui farmaci da banco.
Si tratterebbe infatti secondo l'associazione di Carlo Rienzi di pubblicità "ingannevole", che esalterebbe esageratamente le capacità curative del farmaco, ma non illustrerebbe, se non con frasi definite generiche ed approssimative, gli effetti collaterali e le controindicazioni.
L'associazione ha sottolineato che si tratterebbe di uno spreco di soldi in farmacia, perpetrato soprattutto da mamme in apprensione per i risultati che i propri figli potrebbero conseguire nel corso delle prove, poiché non esisterebbero prodotti e farmaci in grado di aumentare la capacità di concentrazione o favorire la memoria e, quindi, incrementare le prestazioni scolastiche; non solo, per il Codacons si tratterebbe di prodotti dannosi, oltre che inutili.
"Purtroppo le industrie farmaceutiche ed i farmacisti, che hanno lauti guadagni dalla vendita di questi prodotti, non hanno interesse a mettere in guardia il cliente dall'uso improprio di queste sostanze" ha dichiarato il Codacons, aggiungendo che la legge dovrebbe vietare la pubblicità sui farmaci da banco.
Si tratterebbe infatti secondo l'associazione di Carlo Rienzi di pubblicità "ingannevole", che esalterebbe esageratamente le capacità curative del farmaco, ma non illustrerebbe, se non con frasi definite generiche ed approssimative, gli effetti collaterali e le controindicazioni.
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