Ora che la Spending Review comincia, un poco almeno, ad entrare nel quotidiano, urge sempre più cercare di "tradurre" per i più (comuni mortali) il significato di tante percentuali presenti nelle innumerevoli voci che la compongono
Ora che la Spending Review comincia, un poco almeno, ad entrare nel quotidiano, urge sempre più cercare di "tradurre" per i più (comuni mortali) il significato di tante percentuali presenti nelle innumerevoli voci che la compongono. Una di queste, che indubbiamente preme moltissimo (soprattutto i detrattori più incalliti degli sprechi nel pubblico, spesso tradotti in esubero di personale nullafacente), è l'obbligo di ridurre il personale impiegato nelle Pubbliche amministrazioni. Il decreto impone lo "smaltimento" (forse snellimento sarebbe più elegante) di un bel 20% di impiegati in uffici di livello generale e non, di dirigenti insomma, e di non meno del 10% di organico non dirigenziale. Insomma un taglio che farà saltare un bel po' di posti di lavoro, non tutti di personale prossimo al pensionamento, come invece spesso alluso precedentemente. Ben 24mila sarebbe il numero indicato di personale in esubero nelle amministrazioni centrali e locali, un numero che fa una certa impressione, considerando anche lo stato attuale piuttosto malandato del mondo del lavoro. Solo 8mila sono infatti in possesso dei requisiti di prepensionamento, o meglio già ci sarebbero da fine 2011 se non ci fosse stato l'innalzamento dell'età pensionabile voluto dal Governo Monti stesso, nella persona del lacrimoso ministro Fornero. Grazie ad una deroga però tutto ciò sarà fattibile. E degli altri 16mila, che invece non hanno i requisiti per il prepensionamento in deroga, che ne sarà? Saranno accompagnati con gli indennizzi previsti per i casi di mobilità con accompagnamento al pensionamento, come nell'articolo 2 del decreto. Un piccolo paradosso, visto che se da un lato farà risparmiare dall'altro porterà a spendere per le tutele economiche e perché forse anche questi dipendenti rischiano di essere classificati prossimamente come "esodati". Risparmieremo sì un po' di soldini (3,78 miliardi nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11,2 nel 2014, su tutti i 24.000 lavoratori) ma forse il gioco non varrà la candela, se si pensa che per i neo-esodati il decreto prevede un esborso di 1,5 miliardi. Vedremo. La commissione intanto precisa che la spesa previdenziale sarà compensata con il minor esborso di stipendi. Un capitolo a parte spetta invece ai Tfr destinati agli "esuberanti", per ottenere risparmi dalla riduzione di personale si dovrà aspettare il 2014, quando tratterrà in cassa 138 milioni (114 al netto degli effetti fiscali). Infatti nel 2013 il bilancio di questa manovra sarà negativa, con 208 milioni di esborso aggiuntivo lordo (172 al netto del fisco). Intanto tutti questi numeri devono essere ancora confermati e si dovrà attendere la scadenza del 31 ottobre, che il Governo ha imposto ai singoli ministeri ed enti per poter decidere in autonomia chi far saltare.
Vedi anche: I contenuti della spending review 2012
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