Dopo il recente declassamento del credito sovrano dell'Italia (da A3 a Baa2), Moody's declassa anche banche ed enti locali Italiani. Il colpo di forbice dell'agenzia di rating questa volta colpisce ben 14 regioni, quattro città capoluogo, 10 banche e poste italiane. Moody's spiega le ragioni del declassamento per il fatto che il Governo Italiano non sembrerebbe in grado di offrire il supporto finanziario alle banche in difficoltà. Il pericolo di un ulteriore ribasso potrebbe essere dato poi dalla prolungata recessione e da un ulteriore downgrade dell'Italia. Tra gli istituti di credito colpiti vi sono anche Intesa San Paolo (con le sue controllate Bnl, Friuladria, Cariparma) e Unicredit. Anche il fondo monetario internazionale lancia l'allarme: è sempre più urgente - afferma in una nota - adottare misure per la stabilizzazione dei mercati come quella dello scudo anti spread. Secondo l'FMI per l'economia italiana si può prevedere una contrazione anche nel 2013 con un calo del Pil dell'1,9% già nel 2012. Il fondo monetario internazionale prende comunque atto degli sforzi del governo italiano, come di quelli del governo spagnolo, ma sottolinea come questi sforzi possano portare a risultati effettivi solo se ci sarà la possibilità di finanziarsi a passi ragionevoli. Preoccupanti anche le previsioni di aumento del debito pubblico italiano che dovrebbe salire al 125,8% nel 2000 12.126,4% nel due al 13. Già nel mese di giugno il debito ha raggiunto la cifra record di 1.966 miliardi di euro.
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