D'ora in avanti chi desidera frequentare una palestra o una piscina, dovrà necessariamente rivolgersi prima a un medico sportivo dato che non basterà più il certificato di sana e robusta costituzione rilasciato dal medico di famiglia. La novità è prevista dalla bozza del "decretone sanità" dove si legge, peraltro che "Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attivita' agonistica o amatoriale il ministro della Salute, con proprio decreto emanato di concerto con il ministro per il Turismo, lo sport e gli affari regionali, dispone idonee garanzie sanitarie mediante l'obbligo di certificazione specialistica medico-sportiva". Le reazioni non sono state concordi. Favorevole il professor Ernesto Alicicco, docente all'universita' Tor Vergata di Roma, ma c'è anche chi ritiene che si tratti di un'inutile costo aggiuntivo per i cittadini. In tal senso si è espresso il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di famiglia, Giacomo Milillo. Da un lato Aliccio afferma che il provvedimento è giusto anche se presenta delle lacune "Dovrebbe stabilire dettagliatamente alcuni aspetti, ad esempio che tipo di esami fare, anche in base allo sport che si intende praticare. Insomma, una visita generale non e' assolutamente sufficiente, anche se eseguita da uno specialista. Ad esempio, e' sempre bene fare un elettrocardiogramma a riposo e uno sotto sforzo, analisi del sangue, delle urine". Secondo l'esperto si tratta di cautele che andrebbero sempre adottate specie se si tratta di bambini che per la prima volta decidono di dedicarsi ad attività sportiva. Dal canto suo il rappresentante dei medici di famiglia parla, senza mezzi termini, di una "norma inutile" dato che "questo tipo di certificazione non si e' mai dimostrata efficace, non mette al riparo da rischi" e aggiunge costi in più per i cittadini. Del resto, fa notare Milillo, i medici di famiglia nella maggior parte dei casi non si fanno pagare né la visita né il rilascio di questo certificato dato il rapporto instaurato con il proprio paziente. Ma non si tratta solo di costi, secondo Milillo e anche più difficile accedere ad uno specialista specie se si considera il numero esiguo di medici sportivi.
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