Tralasciando la mancanza di ironia, che pare sempre più contagiosa nel mondo dei nostri zomb...cioè, politici, bisogna dare atto alla Fornero che una cosa giusta l'ha imbroccata. L'Europa manca ancora assai dal punto di vista delle pari opportunità (si, insomma l'antica uguaglianza) tra uomini e donne. Le opportunità sono sempre un po' più pari per gli uomini, un po' meno per le donne.
E a confermarlo è anche un episodio accaduto di recente, in occasione di una consultazione della Commissione Europea sulla proposta di una direttiva per le quote rosa (shocking, magari, per dare una scossetta al sistema) nei cda delle società quotate in borsa (vuoi dire che al posto di Marchionne potremmo avere, che so, una...una chi? Per l'appunto). O meglio, più che di un episodio, si tratta di una lettera inviata dalla Gran Bretagna, ricevuta dalla commissaria alla giustizia Viviane Reding, che tra l'altro è anche autrice della proposta (beh, le lettere quando si mandano, non si mandano mica a casaccio!).
Motivo di sgomento non è tanto l'invio di una missiva cartacea, evento ormai rarissimo ma che usa ancora nei piani alti (anche se sono proprio loro i promulgatori delle famose agende elettroniche), quanto invece il suo contenuto, alquanto sconcertante per un Paese che è retto da una monarca donna e che è stato raddrizzato come non mai da una Lady di Ferro. I Britannici NON vogliono che il 40% delle quote dei cda siano destinati alle donne.
Perché? Boh, forse nei giorni scorsi il governo aveva altri pensieri (vedi tette-rubate-di-Kate)? Anche la Merkel si era inizialmente schierata (e poi parlano di cooperazione femminile?!), poi però non ha voluto firmare la lettera. Strano che questa riluttanza venga proprio da due paesi in cui l'apertura sociale è maggiore, soprattutto a riguardo delle donne. Paura della concorrenza? Ma tranquille le Minetti &co. non ci pensano proprio ad emigrare, troppa grazia qui da noi! Purtroppo....barbaralgsordi@gmail.it