Alle migliaia di senza testa come me hanno pensato gli strateghi del marketing della catena di supermercati Oneprice, abolendo raccolte di punti (quelli, giuro, però non li perdo, mi dimentico solo di riscattarli prima della ineluttabile scadenza) o bollini e optando per mettere in palio un premio molto più speciale: dodici posti di lavoro.
Si, proprio così. Dodici posti di lavoro (quattro per ciascuno dei tre punti vendita che aderiscono al concorso) come assistenti alle vendite a tempo determinato (quattro mesi). E per partecipare non sono necessari colloqui, bensì semplicemente fare la spesa per un importo di 30 euro in uno dei punti vendita aderenti. In questo modo si riceverà una cartolina, che dopo essere stata compilata e inviata permetterà di partecipare alla lotteria dei posti.
Leggendo il bando sul sito di Oneprice si scopre che possono partecipare tutti, ma proprio tutti, purché maggiorenni e residenti regolarmente in Italia. E l'imparzialità totale dipenderà anche dalla casualità dell'estrazione, che avverrà in presenza di un notaio.
Tutto assolutamente in regola, eppure c'é chi grida allo scandalo. Considerando questa formula una vera e propria roulette priva di meritocrazia. In testa al momento c'è Tommaso Dilonardo, presidente e fondatore del centro Work in Progress, specializzato in orientamento e ricerca di lavoro per neo-laureati o professionisti provenienti da vari settori. Dilonardo ha liquidato il concorso definendo l'iniziativa "davvero inquietante". E prosegue incalzando che "si tratta di un fenomeno di banalizzazione e di svilimento del lavoro, un'operazione che non rispetta i tanti, troppi disoccupati e che schiaffeggia ancora una volta il concetto di merito; infatti, chi intendesse lavorare in questo supermarket non ha bisogno di inviare un curriculum, basta lo scontrino! Il lavoro non puo' ridursi a un premio ottenibile con una lotteria, in un Paese che lottaper un lavoro la soluzione non puo' essere un 'Lottolavoro'. Sembra un film di fantascienza, uno di quei racconti visionari nei quali il lavoro e' diventato un privilegio". E conclude con l'intenzione di voler "segnalare questa operazione di marketing all'Istituto per la autodisciplina pubblicitaria e all'Authority per la concorrenza, affinche' valuti eventuali violazioni di norme".
Personalmente credo che i problemi di chi cerca lavoro siano ben altri che preoccuparsi di operazioni di marketing insulse o concorrenza sleale con...i colloqui di lavoro. Non sarà un modo eticamente e moralmente insospettabile di trovare lavoro, ma in fondo non si scippa il posto a nessuno. Forse bisognerebbe alzare di più la voce con chi piazza i propri protegès in posti di prestigio, infischiandose di esperienza, meritocrazia e anzianità. Non con un supermarket che voleva offrire qualcosa di diverso e indiscutibilmente utile.
E poi se non volete vincere nulla, basta non andare a fare la spesa.web survey
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