Record si, ma al contrario. L'episodio accaduto a Bologna la dice tutta sullo stato della nostra Giustizia, e soprattutto sui suoi tempi. Lunghi, lunghissimi. Che si teme possano diventare infiniti con l'emendamento al patto di Sviluppo, che vorrebbe (da pochi senatori) l'introduzione addirittura del quarto grado di giudizio. Casomai i tre esistenti non fossero già portatori malsani di lungaggini burocratiche.
Intanto, appunto, anche senza la necessità di un quarto grado capita che un giudizio di dieci anni fa, giunto nella mani (finalmente) dei giudici della Corte d'Appello non possa essere... 'giudicato'! Non per inesattezze o lacune della sentenza, ma semplicemente perché questa è stata scritta a mano dal giudice con grafia assolutamente illeggibile.
La sentenza imputata riguarda un uomo, all'epoca ventenne, arrestato e accusato di spaccio di stupefacenti nel lontano 1998. Accusa per la quale il giudice di primo grado, nel 2002, chiese una condanna di 6 anni; ancora in attesa di essere confermata o meno dalla Corte D'Appello di Bologna, a cui l'avvocato difensore del (ormai ex) ragazzo si era rivolto.
Con tutte le migliori intenzioni, dopo ben DIECI anni, venerdì scorso i giudici Calandra, Frangini e Santini hanno finalmente preso in mano la sentenza, per poter decidere se confermarla o respingerla.
Bene, anche con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, i tre si sono trovati a dover affrontare uno scoglio insormontabile: un manoscritto degno di un medico impazzito. Poche le frasi con un senso compiuto, troppo poche per poter ricostruire in maniera soddisfacente la vicenda e la sentenza emessa.
Con il risultato che la Corte ha rimandato al Tribunale il compito di rivedere il caso. Tutto da rifare insomma!
Una vera assurdità tutta italiana. Un episodio che è esemplificativo del carrozzone burocratico obsoleto, che ci tocca foraggiare e trascinare da ormai troppo tempo.
Nel mentre il diretto interessato che attende ormai da una mezza vita la decisione rischia (per modo di dire) che il suo caso finisca in prescrizione.
Eppure episodi come questi, potrebbero essere il futuro della nostra Giustizia, quarto grado a parte, è stata infatti emanata una circolare dal Ministero che impone ai Tribunali dei tagli sui servizi di stenotipia, invitando i giudici a trascrivere le sentenze manualmente (ad esclusione di quelle penali, ndr). Il frutto di una revisione dei conti che però rischia di produrre casi simili di lungaggine, con il rischio di raddoppiare i costi della giustizia invece che tagliarli.
Ora oltre agli esami di abilitazione professionale, sarà utile inserire una prova di bella grafia.
barbaralgsordi@gmail.it
Intanto, appunto, anche senza la necessità di un quarto grado capita che un giudizio di dieci anni fa, giunto nella mani (finalmente) dei giudici della Corte d'Appello non possa essere... 'giudicato'! Non per inesattezze o lacune della sentenza, ma semplicemente perché questa è stata scritta a mano dal giudice con grafia assolutamente illeggibile.
La sentenza imputata riguarda un uomo, all'epoca ventenne, arrestato e accusato di spaccio di stupefacenti nel lontano 1998. Accusa per la quale il giudice di primo grado, nel 2002, chiese una condanna di 6 anni; ancora in attesa di essere confermata o meno dalla Corte D'Appello di Bologna, a cui l'avvocato difensore del (ormai ex) ragazzo si era rivolto.
Con tutte le migliori intenzioni, dopo ben DIECI anni, venerdì scorso i giudici Calandra, Frangini e Santini hanno finalmente preso in mano la sentenza, per poter decidere se confermarla o respingerla.
Bene, anche con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, i tre si sono trovati a dover affrontare uno scoglio insormontabile: un manoscritto degno di un medico impazzito. Poche le frasi con un senso compiuto, troppo poche per poter ricostruire in maniera soddisfacente la vicenda e la sentenza emessa.
Con il risultato che la Corte ha rimandato al Tribunale il compito di rivedere il caso. Tutto da rifare insomma!
Una vera assurdità tutta italiana. Un episodio che è esemplificativo del carrozzone burocratico obsoleto, che ci tocca foraggiare e trascinare da ormai troppo tempo.
Nel mentre il diretto interessato che attende ormai da una mezza vita la decisione rischia (per modo di dire) che il suo caso finisca in prescrizione.
Eppure episodi come questi, potrebbero essere il futuro della nostra Giustizia, quarto grado a parte, è stata infatti emanata una circolare dal Ministero che impone ai Tribunali dei tagli sui servizi di stenotipia, invitando i giudici a trascrivere le sentenze manualmente (ad esclusione di quelle penali, ndr). Il frutto di una revisione dei conti che però rischia di produrre casi simili di lungaggine, con il rischio di raddoppiare i costi della giustizia invece che tagliarli.
Ora oltre agli esami di abilitazione professionale, sarà utile inserire una prova di bella grafia.
barbaralgsordi@gmail.it
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