La Corte di Cassazione 'declassa' i conduttori televisivi e afferma che i presentatori non danno automaticamente un apporto 'creativo' al programma. Sono invece 'meri esecutori'. In particolare, la Suprema Corte si e' pronunciata su un ricorso presentato dalla Videotime conseguente ad una verifica fiscale scattata nei confronti di Raffaella Carra' nel gennaio del '94. La Sezione Tributaria (sentenza 16407) afferma che il presentatore di uno spettacolo televisivo 'non puo', in quanto tale, essere automaticamente considerato coautore dei testi e degli schemi drammatici e di intrattenimento del programma realizzato'. Il nocciolo della questione analizzato da piazza Cavour riguarda il diritto d'autore e il principio in base al quale chi lo percepisce puo' detrarre dall'imponibile il 30%. Ebbene, la Carra', facendo la conduttrice televisiva - questo il ragionamento- doveva anche essere considerata autrice del programma e quindi pagare le ritenute d'acconto sul 70%. Non l'ha pensata cosi' il Fisco che ha obiettato che la Carra' non poteva essere considerata l'autrice della trasmissione. E la Commissione tributaria regionale della Lombardia, con sentenza del settembre '97, ha condiviso il ragionamento, osservando come 'l'ideazione di testi e di schemi dei programmi doveva ritenersi strumentale, coordinato ed accessorio rispetto alla conduzione dello spettacolo perche' l'ideazione non presentava caratteristiche di originalita' e creativita''.
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