Tutti i professionisti in area tecnica (circa 700mila tra architetti, ingegneri, agronomi, geologi, periti industriali, periti agrari, geometri, tecnologi alimentari, chimici) e il Pat (Professioni area tecnica) stanno sollecitando ormai da tempo un nuovo decreto, il cosiddetto "dm parametri bis". Atteso non solo dai professionisti, ma anche dalle pubbliche amministrazioni perché disciplina i compensi base delle gare di progettazione, dopo l'abolizione dei vecchi minimi. L'ultimo dm risale infatti al 4 aprile 2001 e le trattative sono ormai avviate da tempo, da qui la richiesta di spingere sull'acceleratore. Il recente provvedimento dilatorio dell'Autorita' di vigilanza sui contratti pubblici, oltre ad un analogo parere espresso in precedenza dal Consiglio dei lavori pubblici, non hanno fatto altro che ritardare l'emanazione di un provvedimento. Definito dagli interessati "assolutamente urgente ed indifferibile". L'importanza di questo decreto risiede nella possibilità di creare un sistema basato su parametri fissi e prestabiliti, non lasciando così spazio alla discrezionalità nella definizione dei compensi, come oggi avviene. Discrezionalità che consente, senza assumersi responsabilità, turbative dei sistemi di affidamento. Un mezzo valido dunque per contrastare illeciti o abusi. I professionisti si oppongono "all'arbitrarietà dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni", e respingono anche ogni accusa che l'introduzione di parametri potrebbe comportare un aumento dei compensi rispetto alle tariffe stabilite dal dm precedente. Una possibilità che in realtà è vietata dal dl liberalizzazioni (dl 1/2012), al quale si ispira il decreto sui compensi professionali. I professionisti di area tecnica sollecitano dunque gli uffici legislativi dei ministeri delle Infrastrutture e della Giustizia, affinché possano valutare con sollecitudine e in maniera costruttiva il lavoro già svolto, così da poter finalmente emanare il nuovo decreto. Le categorie tecniche hanno avuto modo di verificare attentamente che i parametri proposti risultino sempre inferiori alle tariffe, abolite, del 2001, così da essere in sintonia con la legge e adeguate ai pareri espressi (pur non condividendoli, ndr). Ioltre per quel che concerne legalità e correttezza non cederanno di un passo, e anzi si sono dette pronte a dare battaglia. Ora attendono una dovuta risposta concreta da chi di dovere.
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