Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 29
Alt, alt. Don't panic! Almeno per ora potete continuare a viaggiare liberamente nei paesi comunitari e ricevere assistenza in caso di incidenti o malanni, la sanità pubblica sarà a vostra (quasi) completa disposizione. In realtà alcuni paesi membri (Gran Bretagna in testa, Austria, Olanda e Germania) vogliono fare richiesta formale, ossia tramite missiva, alla Commissione europea per ottenere il permesso di poter rifiutare assistenza sanitaria a quei cittadini Eu che non abbiano svolto nemmeno un giorno di lavoro nel loro paese. Non troppo tra le righe (Cameron stesso non ha mai nascosto la sua avversione per il "parassitismo straniero") i quattro paesi, ricchi e benestanti a proposito, si riferiscono alla nuova ondata di immigrazione attesa con la fine, nel 2014, della moratoria ai trasferimenti imposta a bulgari e romeni. In Germania si prevedono almeno 180.000 nuovi ingressi, con relativi costi nel welfare. Eh sì, perché oltre alla sanità c'è anche lo spettro di dover pagare benefit vari di sostegno al reddito. Va detto che questi paesi sono da tempo una meta prescelta per il cosiddetto turismo (a scrocco) della salute, grazie a strutture e competenze migliori anni luce rispetto a quel che si può trovare in casa propria. Con costi naturalmente molto alti per il sistema sanitario. Alla luce di tanti tagli fatti dalla spending review, e di come si siano tradotti in qualità dei servizi, l'Italia stessa potrebbe farci un pensiero. O quantomeno c'è da giurarci che una buona parte dei politici anti-Eu potrebbero cavalcare l'onda per guadagnare consensi. Personalmente credo che il problema sia più complesso e di duplice natura, trattandosi di sanità e quindi di salute: da un lato un problema di natura economica e dall'altro uno deontologico. Economicamente siamo tutti d'accordo, credo, che per far quadrare i conti, prima di penalizzare chi li paga (con le tasse) bisognerebbe colpire chi i conti non li pagaaffatto. E questa direi che è la solita vecchia questione alla base della nostra tragica situazione economica. Ma deontologicamente come può un qualsiasi medico rifiutarsi di curare un paziente, sulla base di una verifica di mancata contribuzione? Nell'assurdo che si presenti un comunitario vittima di un incidente mortale, credo che il medico prima si preoccuperà di salvargli la vita e poi di verificare l'idoneità o meno all'accesso ai servizi sanitari. Consolatevi comunque, io stessa ho da una settimana l'assillo di dover dimostrare alla sanità lombarda che esisto fiscalmente e che sono idonea all'assistenza sanitaria. Il tutto per un semplice errore nell'anagrafica dell'agenzia delle Entrate. Che, puff, mi ha fatto sparire dal database della regione. Eppure in ospedale ho esibito anche il mio modello Unico! barbaralgsordi@gmail.it
Alt, alt. Don't panic! Almeno per ora potete continuare a viaggiare liberamente nei paesi comunitari e ricevere assistenza in caso di incidenti o malanni, la sanità pubblica sarà a vostra (quasi) completa disposizione. In realtà alcuni paesi membri (Gran Bretagna in testa, Austria, Olanda e Germania) vogliono fare richiesta formale, ossia tramite missiva, alla Commissione europea per ottenere il permesso di poter rifiutare assistenza sanitaria a quei cittadini Eu che non abbiano svolto nemmeno un giorno di lavoro nel loro paese. Non troppo tra le righe (Cameron stesso non ha mai nascosto la sua avversione per il "parassitismo straniero") i quattro paesi, ricchi e benestanti a proposito, si riferiscono alla nuova ondata di immigrazione attesa con la fine, nel 2014, della moratoria ai trasferimenti imposta a bulgari e romeni. In Germania si prevedono almeno 180.000 nuovi ingressi, con relativi costi nel welfare. Eh sì, perché oltre alla sanità c'è anche lo spettro di dover pagare benefit vari di sostegno al reddito. Va detto che questi paesi sono da tempo una meta prescelta per il cosiddetto turismo (a scrocco) della salute, grazie a strutture e competenze migliori anni luce rispetto a quel che si può trovare in casa propria. Con costi naturalmente molto alti per il sistema sanitario. Alla luce di tanti tagli fatti dalla spending review, e di come si siano tradotti in qualità dei servizi, l'Italia stessa potrebbe farci un pensiero. O quantomeno c'è da giurarci che una buona parte dei politici anti-Eu potrebbero cavalcare l'onda per guadagnare consensi. Personalmente credo che il problema sia più complesso e di duplice natura, trattandosi di sanità e quindi di salute: da un lato un problema di natura economica e dall'altro uno deontologico. Economicamente siamo tutti d'accordo, credo, che per far quadrare i conti, prima di penalizzare chi li paga (con le tasse) bisognerebbe colpire chi i conti non li pagaaffatto. E questa direi che è la solita vecchia questione alla base della nostra tragica situazione economica. Ma deontologicamente come può un qualsiasi medico rifiutarsi di curare un paziente, sulla base di una verifica di mancata contribuzione? Nell'assurdo che si presenti un comunitario vittima di un incidente mortale, credo che il medico prima si preoccuperà di salvargli la vita e poi di verificare l'idoneità o meno all'accesso ai servizi sanitari. Consolatevi comunque, io stessa ho da una settimana l'assillo di dover dimostrare alla sanità lombarda che esisto fiscalmente e che sono idonea all'assistenza sanitaria. Il tutto per un semplice errore nell'anagrafica dell'agenzia delle Entrate. Che, puff, mi ha fatto sparire dal database della regione. Eppure in ospedale ho esibito anche il mio modello Unico! barbaralgsordi@gmail.it
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