Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 35
A scadenze cicliche i giornali tornano ad affrontare un tema delicato, come quello della medicina dei miracoli. Ossia quelle cure, alternative il più delle volte, in grado di parare laddove la medicina tradizionale fallisce.
È il caso delle terapie a base di cellule staminali, di cui da anni si parla come vero e proprio miracolo nella soluzione di patologie che non lasciano speranza. Per i pochi che non ne avessero mai sentito parlare, si tratta di cellule "speciali" perché in grado di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula, sia essa un neurone a una cellula muscolare. Le più potenti, dette appunto totipotenti sono quelle embrionali, perché non ancora specializzate. Ma siccome l'etica impone in molti paesi di non utilizzarle (Italia inclusa), ci si deve accontentare delle mesenchiali. Cellule un po' più anzianotte, ma che comunque riescono a trasformarsi in qualcosa di utile, magari in cellule capaci di riparare o ricostruire organi danneggiati.
Da un anno a questa parte anche le cure con cellule mesenchiali sono passate nel mirino del Ministero della Sanità, sulla scorta di segnalazioni da parte di medici e ricercatori. Una cura in particolare è al centro di questa battaglia: Stamina. Che in molti ricorderanno perché ne è stata imposta prima la sospensione e poi concessa la ripresa dal Ministero, a due pazienti (bambini) su cinque.
La storia è, penso, nota ai più. Inutile quindi dilungarsi ancora. Quello che realmente mi ha colpito è la spaccatura tra opinione pubblica e opinione scientifica; impossibile non notarlo se si curiosa su FB, dove quasi quotidianamente viene postato un appello per la ripresa delle somministrazione delle cure a questo o quell'altro paziente. E il social network pare essere molto preso dal sensibilizzare le coscienze.
Quello che però non viene detto è che la cura non ha ricevuto brevetto (anche negli Usa è stato rigettato dal Patent Office), ergo non potrebbe esse commercializzata. Eppure per anni i suoi ideatori, Vannoni e Andolina, si sono mossi alla ricerca di approvazione scientifica, prima, e commerciale, poi. Fallendo nella prima, ma ottenendo grande successo nella seconda. Facendo leva sulla disperazione dei familiari di malati senza speranza (per la medicina tradizionale), senza che questo ne faccia necessariamente persone senza scrupoli.
Per la procura di Torino si tratta di truffa, bella e buona, ai danni di pazienti disperati e la loro opera professionale, una mera associazione a delinquere. Eppure nelle parole dei genitori dei giovani e giovanissimi malati c'è solo riconoscenza e tanta, tanta speranza. Che però ha un costo di migliaia di euro.
Che ognuno sia libero di fare ciò che vuole della propria vita e salute, non c'è dubbio, però non è forse obbligo dei nostri legislatori proteggerci da chi ha in mente più il lucro che la nostra pelle?
barbaralgsordi@gmail.it
A scadenze cicliche i giornali tornano ad affrontare un tema delicato, come quello della medicina dei miracoli. Ossia quelle cure, alternative il più delle volte, in grado di parare laddove la medicina tradizionale fallisce.
È il caso delle terapie a base di cellule staminali, di cui da anni si parla come vero e proprio miracolo nella soluzione di patologie che non lasciano speranza. Per i pochi che non ne avessero mai sentito parlare, si tratta di cellule "speciali" perché in grado di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula, sia essa un neurone a una cellula muscolare. Le più potenti, dette appunto totipotenti sono quelle embrionali, perché non ancora specializzate. Ma siccome l'etica impone in molti paesi di non utilizzarle (Italia inclusa), ci si deve accontentare delle mesenchiali. Cellule un po' più anzianotte, ma che comunque riescono a trasformarsi in qualcosa di utile, magari in cellule capaci di riparare o ricostruire organi danneggiati.
Da un anno a questa parte anche le cure con cellule mesenchiali sono passate nel mirino del Ministero della Sanità, sulla scorta di segnalazioni da parte di medici e ricercatori. Una cura in particolare è al centro di questa battaglia: Stamina. Che in molti ricorderanno perché ne è stata imposta prima la sospensione e poi concessa la ripresa dal Ministero, a due pazienti (bambini) su cinque.
La storia è, penso, nota ai più. Inutile quindi dilungarsi ancora. Quello che realmente mi ha colpito è la spaccatura tra opinione pubblica e opinione scientifica; impossibile non notarlo se si curiosa su FB, dove quasi quotidianamente viene postato un appello per la ripresa delle somministrazione delle cure a questo o quell'altro paziente. E il social network pare essere molto preso dal sensibilizzare le coscienze.
Quello che però non viene detto è che la cura non ha ricevuto brevetto (anche negli Usa è stato rigettato dal Patent Office), ergo non potrebbe esse commercializzata. Eppure per anni i suoi ideatori, Vannoni e Andolina, si sono mossi alla ricerca di approvazione scientifica, prima, e commerciale, poi. Fallendo nella prima, ma ottenendo grande successo nella seconda. Facendo leva sulla disperazione dei familiari di malati senza speranza (per la medicina tradizionale), senza che questo ne faccia necessariamente persone senza scrupoli.
Per la procura di Torino si tratta di truffa, bella e buona, ai danni di pazienti disperati e la loro opera professionale, una mera associazione a delinquere. Eppure nelle parole dei genitori dei giovani e giovanissimi malati c'è solo riconoscenza e tanta, tanta speranza. Che però ha un costo di migliaia di euro.
Che ognuno sia libero di fare ciò che vuole della propria vita e salute, non c'è dubbio, però non è forse obbligo dei nostri legislatori proteggerci da chi ha in mente più il lucro che la nostra pelle?
barbaralgsordi@gmail.it
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