Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 36
Dopo giorni e giorni di Quirinarie, perché ciascun partito potesse scegliere un nome valido come successore di Napolitano, e dopo cinque, dico cinque, votazioni in Parlamento senza concludere nulla, ecco che ieri si è insediato il nuovo Presidente.
Lo so, lo so, Napolitano non è assolutamente nuovo in qualità di Presidente della Repubblica, è stato infatti riconfermato per porre rimedio ad un gran pasticcio che non riusciva a darci un degno successore. In tempi se non altro un po' più ristretti di quelli consueti della nostra burocrazia, e soprattutto vista la stessa empasse nella scelta di un Presidente del Consiglio. Eppure Napolitano qualcosa di nuovo ce l'ha, dall'alto della sua età anagrafica, è il primo Presidente italiano a vedersi rinnovato il proprio mandato. Mai prima di oggi è stato necessario mantenere lo status quo in Quirinale, cercando però di abbatterlo a Montecitorio e Palazzo Madama. Napolitano stesso nel suo discorso di insediamento si è detto stupito di una simile scelta, pur sapendo che non contravviene alla Costituzione.
Nuovo anche nel suo piacevole stupore, misto di ammirazione, per il vero nuovo che avanza: schiere di nuovi volti che si sono affacciati (finalmente) alla politica italiana. Un riferimento, non troppo tra le righe, ai Cinquestelle. Un vecchio che auspica l'avanzata del nuovo. Anche questa una novità assoluta nel panorama politico, dove i vecchi volponi tendono ad annientare tutti e tutto, persino i loro stessi pupilli. Parole entusiastiche che non si ritrovano invece in uno dei vecchi volponi per antonomasia, Berlusconi, che ha definito gli esponenti del Cinquestelle dei principianti della politica; gente che pareva smarrita durante le votazioni, senza una minima base giuridica. che si sia confuso con larga parte dei suoi rappresentanti pidiellini nella passata legislatura (possiamo darla per morta definitivamente?), eminenti giuristi del calibro di Minetti e Santanché.
Insomma c'è poco da stupirsi, dopo un Papa che si è dimesso (non il primo nella storia, ma decisamente l'unico di cui potremo avere memoria) prima di essere seppellito, cosa sarà mai un altro settennato con lo stesso Presidente.
In fondo preferivate qualcun altro?
barbaralgsordi@gmail.it
Dopo giorni e giorni di Quirinarie, perché ciascun partito potesse scegliere un nome valido come successore di Napolitano, e dopo cinque, dico cinque, votazioni in Parlamento senza concludere nulla, ecco che ieri si è insediato il nuovo Presidente.
Lo so, lo so, Napolitano non è assolutamente nuovo in qualità di Presidente della Repubblica, è stato infatti riconfermato per porre rimedio ad un gran pasticcio che non riusciva a darci un degno successore. In tempi se non altro un po' più ristretti di quelli consueti della nostra burocrazia, e soprattutto vista la stessa empasse nella scelta di un Presidente del Consiglio. Eppure Napolitano qualcosa di nuovo ce l'ha, dall'alto della sua età anagrafica, è il primo Presidente italiano a vedersi rinnovato il proprio mandato. Mai prima di oggi è stato necessario mantenere lo status quo in Quirinale, cercando però di abbatterlo a Montecitorio e Palazzo Madama. Napolitano stesso nel suo discorso di insediamento si è detto stupito di una simile scelta, pur sapendo che non contravviene alla Costituzione.
Nuovo anche nel suo piacevole stupore, misto di ammirazione, per il vero nuovo che avanza: schiere di nuovi volti che si sono affacciati (finalmente) alla politica italiana. Un riferimento, non troppo tra le righe, ai Cinquestelle. Un vecchio che auspica l'avanzata del nuovo. Anche questa una novità assoluta nel panorama politico, dove i vecchi volponi tendono ad annientare tutti e tutto, persino i loro stessi pupilli. Parole entusiastiche che non si ritrovano invece in uno dei vecchi volponi per antonomasia, Berlusconi, che ha definito gli esponenti del Cinquestelle dei principianti della politica; gente che pareva smarrita durante le votazioni, senza una minima base giuridica. che si sia confuso con larga parte dei suoi rappresentanti pidiellini nella passata legislatura (possiamo darla per morta definitivamente?), eminenti giuristi del calibro di Minetti e Santanché.
Insomma c'è poco da stupirsi, dopo un Papa che si è dimesso (non il primo nella storia, ma decisamente l'unico di cui potremo avere memoria) prima di essere seppellito, cosa sarà mai un altro settennato con lo stesso Presidente.
In fondo preferivate qualcun altro?
barbaralgsordi@gmail.it
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