MEDIAevo n. 21 di Paolo M. Storani - Confesso che trovo avvincente la poderosa discussione sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali e mi sono scorpacciato tutti gli interventi pubblicati su Studio Cataldi in calce al sondaggio lanciato il 25 maggio 2013 con il corredo di un bel pezzo di Barbara Sordi (Vedi: Grillo contro le aperture domenicali. E voi siete favorevoli o contrari?). La ragione di tutto ciò è che non ho un'opinione ferma e sto cercando di formarmela; in relazione alla proposta del MoVimento Cinquestelle, se proprio vi interessa un cinciripino conoscere il mio attuale stato d'animo (a parte l'incazzatura feroce contro Beppe Grillo per la demenziale uscita su Stefano Rodotà che segue di pochi giorni quella su Milena Gabanelli: chi può lo fermi!) al cospetto della consultazione, la prima risposta che darei è: opto d'istinto per la chiusura domenicale perché queste aperture continue, quand'anche servissero a qualcosa di costruttivo, ma ne dubito fortemente, schiavizzano. Le lucide disamine di Valentina e Loredana Daniele ed il potentissimo intervento di Jimmy delineano qual è il quadro di riferimento in cui è costretto a muoversi il lavoratore domenicale. Anche Elena Strizzolo ha descritto con precisione la situazione di ricatto che aleggia dietro queste ...brillanti iniziative dell'orrido Governo Monti. Ha ragione Guerino che per fare la spesa basta organizzarsi e non c'è alcun bisogno di ridursi di domenica.
Poi, vorrebbe prevalere il mio interesse biecamente utilitaristico: durante la settimana non ho un istante di tempo, mentre di domenica i miei ritmi sono più blandi e rallentati, anche se lavoro lo stesso. Ma perché mai andarsi a ficcare in un centro commerciale?! Significa davvero farsi del male: io non ci resisto, dopo una decina di minuti mi parte il mal di testa, afferro al volo un qualsivoglia, insignificante oggetto che non mi serviva affatto e me ne scappo dalla prima cassa che trovo. Tempo fa avevo giurato a me stesso di non entrarci mai più, ma poi talvolta ci ricasco.
Sono in edicola ed acquisto il Corriere della Sera di ieri, 2 giugno 2013: "Intervenendo sul tema delle aperture domenicali degli esercizi commerciali, il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato ha detto in principio di essere favorevole ad un modello «tedesco», che prevede la chiusura totale nel giorno di sabato. Salvo poi aggiungere che l'ideale sarebbe un mix con il sistema americano, che prevede l'apertura non stop 24 ore su 24.
Aggiunge il neo Ministro che ha sostituito Corrado Passera alla guida del dicastero di Via Veneto: «PIU' CENTRI COMMERCIALI, PIU' ANZIANI NEGLI OSPIZI» - «Il sabato - aveva innanzitutto ricordato Zanonato in un incontro ad Oderzo parlando dell'apertura di grandi centri commerciali nel Nordest che penalizzerebbero ancora di più i piccoli esercenti dei centri abitati - la gente non si lagna, va nei parchi, fa il barbecue, va a sentire i concerti».
Infine, Zanonato, ex Pci fassiniano più e più volte Sindaco di Padova, ha soggiunto: «Il problema si genera nella concorrenza, non fra i consumatori». Rispetto all'apertura di nuovi centri commerciali, Zanonato ha anche detto di ritenere che «più si aprono grandi esercizi, più aumenta l'ingresso negli anziani nelle case di riposo» per la difficoltà di essere autosufficienti negli approvvigionamenti alimentari".
Orbene, qual è il pensiero del Tribunale Supremo dei lettori di Studio Cataldi su questo caleidoscopio di ipotesi ventilato dal Ministro? Per la cronaca, mentre sto scrivendo il risultato del sondaggio non dà scampo: 89% contrari alle aperture domenicali e soltanto l'11% favorevoli. Ma ora vengono gettati sul tappeto altri elementi di discussione.
Se volete continuare a votare il sondaggio aperto da Barbara Sordi potete farlo anche qui sotto. Potete anche visualizzare il precedente dibattito qui.

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