Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 44
Estate. Ormai con l'arrivo del paventato ciclone delle Azzorre sappiamo che non sei un ologramma. E a confermarlo, oltre al caldo torrido appunto, è l'inizio degli innumerevoli servizi dedicati all'abbandono degli animali da compagnia.
È fisiologico che, per n. motivi, molti affettuosi proprietari di quadrupedi (bambini inclusi) si trasformino prima delle agognate vacanze in spietati aguzzini, per cui l'epilogo migliore che si possa auspicare alle barbarie domestiche è un abbandono. Sensibilizzare, in realtà, credo che non possa di sé e per sé risolvere efficacemente e tempestivamente il problema. Bisognerebbe perlomeno parlare di randagismo tutto l'anno, non solo in prossimità dei picchi di abbandoni vacanzieri.
A rafforzare comunque il pallido impegno interverrà la nuova legge sul condominio; nello specifico grazie ad un articoletto inserito nella riforma che entrerà in vigore dal 18 giugno prosssimo. Non potranno infatti essere più inserite, nè ritenute più valide, all'interno dei regolamenti condominiali clausole che vietino di tenere in casa un animale domestico. E così l'articolo 16 della Legge 220/12 (GU n.293 del 17 dicembre 2012), integra l'articolo 1138 del Codice Civile con la disposizione: 'Le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia'.
Ora, ad alcuni potrà sembrare un nonnulla di fronte a problematiche macroscopiche come la crisi economica, ma per i milioni di proprietari di animali, e condomini, significa una svolta epocale. Basta ricatti del vicinato o lettere anonime, basta riprese dall'amministrazione che hanno ripercussioni umorali non indifferenti. Finalmente liberi di portare allo scoperto i nostri piccoli amici. Attenzione però, ciò non significa farsi beffa delle regole di buona creanza; la propria libertà, canina o gattina, dovrà sempre commisurarsi con regole pre-esistenti e mirate al quieto vivere. Regole che impongono di non imbrattare gli spazi comuni e evitare gli schiamazzi fuori-orario.
Non sarà inoltre possibile catturare e allontanare le colonie feline dalle aree condominiali, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati. La legge, dunque, prevede per le colonie feline il diritto alla territorialità e vieta qualsiasi forma di maltrattamento nei loro confronti.
Naturalmente, attenendosi al principio di reciproco rispetto, resta la libertà del locatario di inserire nel contratto d'affitto (che è un patto tra privati) il divieto a detenere un animale domestico, una volta firmato il contratto la clausola diventa vincolante.
Resta comunque un apprezzabile sforzo per rendere più democratica la convivenza condominiale, imponendo un eterno principio che spesso viene sottovalutato: la tolleranza. E chi come me che in condominio ci vive da sempre, ben sa quanto sia fondamentale, e utile, per vivere quietamente!
E voi, che magari di animali non ne avete, siete favorevoli o contrari alla riforma?
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barbaralgsordi@gmail.it
Estate. Ormai con l'arrivo del paventato ciclone delle Azzorre sappiamo che non sei un ologramma. E a confermarlo, oltre al caldo torrido appunto, è l'inizio degli innumerevoli servizi dedicati all'abbandono degli animali da compagnia.
È fisiologico che, per n. motivi, molti affettuosi proprietari di quadrupedi (bambini inclusi) si trasformino prima delle agognate vacanze in spietati aguzzini, per cui l'epilogo migliore che si possa auspicare alle barbarie domestiche è un abbandono. Sensibilizzare, in realtà, credo che non possa di sé e per sé risolvere efficacemente e tempestivamente il problema. Bisognerebbe perlomeno parlare di randagismo tutto l'anno, non solo in prossimità dei picchi di abbandoni vacanzieri.
A rafforzare comunque il pallido impegno interverrà la nuova legge sul condominio; nello specifico grazie ad un articoletto inserito nella riforma che entrerà in vigore dal 18 giugno prosssimo. Non potranno infatti essere più inserite, nè ritenute più valide, all'interno dei regolamenti condominiali clausole che vietino di tenere in casa un animale domestico. E così l'articolo 16 della Legge 220/12 (GU n.293 del 17 dicembre 2012), integra l'articolo 1138 del Codice Civile con la disposizione: 'Le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia'.
Ora, ad alcuni potrà sembrare un nonnulla di fronte a problematiche macroscopiche come la crisi economica, ma per i milioni di proprietari di animali, e condomini, significa una svolta epocale. Basta ricatti del vicinato o lettere anonime, basta riprese dall'amministrazione che hanno ripercussioni umorali non indifferenti. Finalmente liberi di portare allo scoperto i nostri piccoli amici. Attenzione però, ciò non significa farsi beffa delle regole di buona creanza; la propria libertà, canina o gattina, dovrà sempre commisurarsi con regole pre-esistenti e mirate al quieto vivere. Regole che impongono di non imbrattare gli spazi comuni e evitare gli schiamazzi fuori-orario.
Non sarà inoltre possibile catturare e allontanare le colonie feline dalle aree condominiali, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati. La legge, dunque, prevede per le colonie feline il diritto alla territorialità e vieta qualsiasi forma di maltrattamento nei loro confronti.
Naturalmente, attenendosi al principio di reciproco rispetto, resta la libertà del locatario di inserire nel contratto d'affitto (che è un patto tra privati) il divieto a detenere un animale domestico, una volta firmato il contratto la clausola diventa vincolante.
Resta comunque un apprezzabile sforzo per rendere più democratica la convivenza condominiale, imponendo un eterno principio che spesso viene sottovalutato: la tolleranza. E chi come me che in condominio ci vive da sempre, ben sa quanto sia fondamentale, e utile, per vivere quietamente!
E voi, che magari di animali non ne avete, siete favorevoli o contrari alla riforma?
barbaralgsordi@gmail.it
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