MEDIAevo n. 24 di Paolo M. Storani - Che il Governo Letta jr. sia inconcludente è ormai un dato di fatto; nulla e nessuno pare in grado di tentare il salvataggio del nostro sciagurato Paese da un default, materiale e morale, imminente. Tutto sembra rientrare nell'ineluttabilità della catastrofe; verrebbe in mente una vecchia battuta di Altan: "Perché stare fermi quando si può stare immobili?"; ma che il Ministro della Giustizia offenda l'Avvocatura intera è un gesto che NESSUNO che abbia a che fare con la tutela dei diritti può accettare senza elevare una protesta vibrante.
Qualcosa che per gravità rievoca la macabra e cinica frase di Claudio Scajola, uno dei predecessori di Cancellieri al Viminale, all'indirizzo del defunto Marco Biagi. Quindi, è ora certificato con il bollino ministeriale: siamo dei rompicoglioni, idealisti che si incaponiscono a tutelare i diritti in un mondo in cui il sopruso è la regola 'giuridica' applicata, in primo luogo dal nostro ceto politico. L'avvocato gioca un ruolo fondamentale fra apparato giudiziario e cittadino, nel processo civile, nel processo penale, amministrativo, tributario ... Nel processo penale affianca l'imputato al fine di fronteggiare la reazione della collettività alla commissione di un reato, rivendicandone l'innocenza o mitigandone la pena per la sua responsabilità.
La presenza dell'avvocato bravo rafforza l'autorità della sentenza di condanna.
Invece, ci sorbiamo il disprezzo di chi dovrebbe essere il nostro interlocutore preferenziale e che dovrebbe apprestare i mezzi e le risorse per far andare avanti quell'elefante azzoppato dalla spending review ch'è la Giustizia italiana: e ciò non fa ed anzi prosegue l'opera di smantellamento delle garanzie del Governo Monti.
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, quale custode di quella sacra Carta che riserva alla figura dell'avvocato un ruolo centrale, dovrebbe intervenire ad arginare l'affondo del Ministro.
Costei ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, un motivo in più per richiamarla all'ordine, indispettito per tanta insofferenza verso la tutela dei diritti.
Per la precisione, ma questo il Ministro lo ha dichiarato apertamente, non nel cd. fuorionda, siamo definiti tra le categorie che sono di ostacolo per il Paese (quindi, i politici, cultori dei propri interessi e tornaconti, dicono a noi, difensori dei diritti tra mille, crescenti difficoltà, che siamo di ostacolo!!!) nel processo verso la normalità: non sarà mica il contrario, Egregia Dott.ssa Cancellieri?
Questo il fatto - E' sabato scorso 29 giugno 2013, Anna Maria Cancellieri si era già beccata la sua brava contestazione ad opera degli avvocati di Napoli e sedeva a congresso accanto al magistrato Cafiero de Raho che era avanti al microfono; una delle telecamere di SkyTg24 intercetta in diretta la frase incriminata dell'(ex?) Ministro della Giustizia che si alza e bisbiglia con voce baritonale al relatore: "Vado ad incontrarli, così ce li togliamo dai piedi".
La reazione dei Colleghi partenopei è stata immediata a mezzo del Presidente del COA Avv. Francesco Caia: "Le parole del ministro Cancellieri sono gravissime. Rappresentano una mancanza di rispetto ed esprimono una concezione antidemocratica. Mai avrei pensato che un Guardasigilli avesse una tale concezione dell'Avvocatura e della tutela dei cittadini. Sono affermazioni da Stato illiberale".
L'augurio è che quando leggerete queste noterelle, che si basano su un lancio che ho ripreso dal sito del quotidiano Libero, accesso delle h.13:30, mentre l'informazione televisiva ha silenziato la notizia (tutti a favore delle larghe intese; ora, però, campeggia nella homepage di Studio Cataldi la notizia di Adnkronos), il Ministro si sia già scusata in modo motivato ed analitico per l'affronto o abbia compiuto l'unico gesto che in questo momento appare scontato: rassegnare le dimissioni e sotto un altro guardasigilli quanto meno rispettoso.
Nessuno con la toga addosso, Avvocato, Magistrato o ...Cancellier che sia può tollerare un simile atteggiamento di insofferenza dal ministro della giustizia (minuscolo voluto), seppure colto nei sussurri dai sensibilissimi e prodigiosi microfoni delle telecamere che stavano riprendendo il congresso partenopeo. Ricordate la famosa frase di Nanni Moretti nel film Palombella Rossa: "chi parla male, pensa male" ...
Una magra colossale che lascerà il segno in vista dell'incontro di domani, 3 luglio 2013, quando Cancellieri dovrà spiegare al Presidente del CNF Guido Alpa come mai il guardasigilli ignori la normativa sulla concertazione. Giustamente, appena qualche giorno fa, quel galantuomo di Guido Alpa si è infuriato ("è doloroso e umiliante constatare che il Ministero promuova l'adozione di regole in via d'urgenza riguardanti non questioni minute, ma l'esercizio della giurisdizione e l'accesso alla giustizia dei cittadini senza un confronto con gli operatori di giustizia"): se esiste la legge 247/2012 che, con l'art. 35, co. 1°, lett. q), impone la consultazione, perché mai il Governo Letta jr. inscena un blitz senza interlocuzione? Cara Ministro, non voglio neppure sapere quali competenze tecniche possa vantare un bravo ex prefetto per guidare quel Dicastero così complesso e delicato; non voglio neanche domandarLe che esperienza possa aver fatto, in appena due mesi (28 aprile 2013/2 luglio 2013) di reggenza, per esprimere opinioni sui problemi della giustizia; non Le auguro, infine, di essere sottoposta a procedimento penale anche perché prima di questa uscita anomala ("gli avvocati e le grandi lobby frenano le riforme" è poi una frase incomprensibile) mi era pure simpatica per i Suoi modi semplici; ma se mai fosse indagata, considerato che può capitare a tutti, a chi si rivolgerebbe per la Sua difesa, al Suo geometra, al Suo commercialista di fiducia, visto che gli avvocati se li è appena levati dai piedi?!
Nella categoria degli avvocati ci possono essere e ci sono senz'altro delle mele marce, ma l'Avvocatura costituisce un pilastro della democrazia e della Giustizia italiana ed è sempre dalla parte del cittadino, al suo fianco, per permettergli di accedere alle garanzie della Giustizia che governi come quelli di cui ha fatto e fa parte ostacolano e rendono arduo. Se lo scriva a chiare lettere, Signor Ministro, questo concetto; e se lo tenga stretto a Via Arenula, n. 70, se ne conserverà la reggenza, malgrado l'atroce gaffe.
Vada a parlare con il legale della famiglia Aldrovandi e di Stefano Cucchi, con l'avvocato delle vittime di Ustica, con i difensori delle parti civili del processo alla ThyssenKrupp; vada a parlare con i familiari di Giorgio Ambrosoli, che non volle che si derogasse di un millimetro dal rispetto delle regole; vada ad incontrare i parenti di Fulvio Croce, assassinato dalle Brigate Rosse: tutti gli imputati detenuti (Renato Curcio, Alberto Franceschini, Prospero Gallinari ...) revocarono il mandato ai loro difensori di fiducia e minacciarono di morte gli avvocati che avessero accettato la nomina a difensori d'ufficio; il Presidente della Corte d'Assise di Torino, Dott. Guido Barbaro, chiede al Consiglio dell'Ordine di indicare un elenco di difensori; tutti rinunciarono al mandato; a questo punto il Presidente del Consiglio dell'Ordine di Torino Fulvio Croce, pur essendo civilista e conscio dei pericoli gravissimi che correva, accettò l'incarico per evitare l'arresto dell'importantissimo processo.
Nel primo pomeriggio del 28 aprile 1977, cinque giorni prima della data fissata per il processo, un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse uccise l'avvocato Fulvio Croce nei pressi del suo studio di Via Perrone, n. 125, a Torino; penso che il Ministro Cancellieri avrebbe molto da imparare su che cosa significa fare la professione di avvocato ed in special modo farla in Italia, in un Paese in disgregazione di legalità.
Letture consigliate: Piero Calamandrei, "Elogio dei giudici scritto da un avvocato", ed. Ponte alle Grazie, Paolo Borgna, "Difesa degli avvocati scritta da un pubblico accusatore", ed. Laterza. Quest'ultimo sottolinea che avvocati e magistrati sono "momenti distinti dell'unitaria funzione del rendere giustizia".
Qualcosa che per gravità rievoca la macabra e cinica frase di Claudio Scajola, uno dei predecessori di Cancellieri al Viminale, all'indirizzo del defunto Marco Biagi. Quindi, è ora certificato con il bollino ministeriale: siamo dei rompicoglioni, idealisti che si incaponiscono a tutelare i diritti in un mondo in cui il sopruso è la regola 'giuridica' applicata, in primo luogo dal nostro ceto politico. L'avvocato gioca un ruolo fondamentale fra apparato giudiziario e cittadino, nel processo civile, nel processo penale, amministrativo, tributario ... Nel processo penale affianca l'imputato al fine di fronteggiare la reazione della collettività alla commissione di un reato, rivendicandone l'innocenza o mitigandone la pena per la sua responsabilità.
La presenza dell'avvocato bravo rafforza l'autorità della sentenza di condanna.
Invece, ci sorbiamo il disprezzo di chi dovrebbe essere il nostro interlocutore preferenziale e che dovrebbe apprestare i mezzi e le risorse per far andare avanti quell'elefante azzoppato dalla spending review ch'è la Giustizia italiana: e ciò non fa ed anzi prosegue l'opera di smantellamento delle garanzie del Governo Monti.
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, quale custode di quella sacra Carta che riserva alla figura dell'avvocato un ruolo centrale, dovrebbe intervenire ad arginare l'affondo del Ministro.
Costei ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, un motivo in più per richiamarla all'ordine, indispettito per tanta insofferenza verso la tutela dei diritti.
Per la precisione, ma questo il Ministro lo ha dichiarato apertamente, non nel cd. fuorionda, siamo definiti tra le categorie che sono di ostacolo per il Paese (quindi, i politici, cultori dei propri interessi e tornaconti, dicono a noi, difensori dei diritti tra mille, crescenti difficoltà, che siamo di ostacolo!!!) nel processo verso la normalità: non sarà mica il contrario, Egregia Dott.ssa Cancellieri?
Questo il fatto - E' sabato scorso 29 giugno 2013, Anna Maria Cancellieri si era già beccata la sua brava contestazione ad opera degli avvocati di Napoli e sedeva a congresso accanto al magistrato Cafiero de Raho che era avanti al microfono; una delle telecamere di SkyTg24 intercetta in diretta la frase incriminata dell'(ex?) Ministro della Giustizia che si alza e bisbiglia con voce baritonale al relatore: "Vado ad incontrarli, così ce li togliamo dai piedi".
La reazione dei Colleghi partenopei è stata immediata a mezzo del Presidente del COA Avv. Francesco Caia: "Le parole del ministro Cancellieri sono gravissime. Rappresentano una mancanza di rispetto ed esprimono una concezione antidemocratica. Mai avrei pensato che un Guardasigilli avesse una tale concezione dell'Avvocatura e della tutela dei cittadini. Sono affermazioni da Stato illiberale".
L'augurio è che quando leggerete queste noterelle, che si basano su un lancio che ho ripreso dal sito del quotidiano Libero, accesso delle h.13:30, mentre l'informazione televisiva ha silenziato la notizia (tutti a favore delle larghe intese; ora, però, campeggia nella homepage di Studio Cataldi la notizia di Adnkronos), il Ministro si sia già scusata in modo motivato ed analitico per l'affronto o abbia compiuto l'unico gesto che in questo momento appare scontato: rassegnare le dimissioni e sotto un altro guardasigilli quanto meno rispettoso.
Nessuno con la toga addosso, Avvocato, Magistrato o ...Cancellier che sia può tollerare un simile atteggiamento di insofferenza dal ministro della giustizia (minuscolo voluto), seppure colto nei sussurri dai sensibilissimi e prodigiosi microfoni delle telecamere che stavano riprendendo il congresso partenopeo. Ricordate la famosa frase di Nanni Moretti nel film Palombella Rossa: "chi parla male, pensa male" ...
Una magra colossale che lascerà il segno in vista dell'incontro di domani, 3 luglio 2013, quando Cancellieri dovrà spiegare al Presidente del CNF Guido Alpa come mai il guardasigilli ignori la normativa sulla concertazione. Giustamente, appena qualche giorno fa, quel galantuomo di Guido Alpa si è infuriato ("è doloroso e umiliante constatare che il Ministero promuova l'adozione di regole in via d'urgenza riguardanti non questioni minute, ma l'esercizio della giurisdizione e l'accesso alla giustizia dei cittadini senza un confronto con gli operatori di giustizia"): se esiste la legge 247/2012 che, con l'art. 35, co. 1°, lett. q), impone la consultazione, perché mai il Governo Letta jr. inscena un blitz senza interlocuzione? Cara Ministro, non voglio neppure sapere quali competenze tecniche possa vantare un bravo ex prefetto per guidare quel Dicastero così complesso e delicato; non voglio neanche domandarLe che esperienza possa aver fatto, in appena due mesi (28 aprile 2013/2 luglio 2013) di reggenza, per esprimere opinioni sui problemi della giustizia; non Le auguro, infine, di essere sottoposta a procedimento penale anche perché prima di questa uscita anomala ("gli avvocati e le grandi lobby frenano le riforme" è poi una frase incomprensibile) mi era pure simpatica per i Suoi modi semplici; ma se mai fosse indagata, considerato che può capitare a tutti, a chi si rivolgerebbe per la Sua difesa, al Suo geometra, al Suo commercialista di fiducia, visto che gli avvocati se li è appena levati dai piedi?!
Nella categoria degli avvocati ci possono essere e ci sono senz'altro delle mele marce, ma l'Avvocatura costituisce un pilastro della democrazia e della Giustizia italiana ed è sempre dalla parte del cittadino, al suo fianco, per permettergli di accedere alle garanzie della Giustizia che governi come quelli di cui ha fatto e fa parte ostacolano e rendono arduo. Se lo scriva a chiare lettere, Signor Ministro, questo concetto; e se lo tenga stretto a Via Arenula, n. 70, se ne conserverà la reggenza, malgrado l'atroce gaffe.
Vada a parlare con il legale della famiglia Aldrovandi e di Stefano Cucchi, con l'avvocato delle vittime di Ustica, con i difensori delle parti civili del processo alla ThyssenKrupp; vada a parlare con i familiari di Giorgio Ambrosoli, che non volle che si derogasse di un millimetro dal rispetto delle regole; vada ad incontrare i parenti di Fulvio Croce, assassinato dalle Brigate Rosse: tutti gli imputati detenuti (Renato Curcio, Alberto Franceschini, Prospero Gallinari ...) revocarono il mandato ai loro difensori di fiducia e minacciarono di morte gli avvocati che avessero accettato la nomina a difensori d'ufficio; il Presidente della Corte d'Assise di Torino, Dott. Guido Barbaro, chiede al Consiglio dell'Ordine di indicare un elenco di difensori; tutti rinunciarono al mandato; a questo punto il Presidente del Consiglio dell'Ordine di Torino Fulvio Croce, pur essendo civilista e conscio dei pericoli gravissimi che correva, accettò l'incarico per evitare l'arresto dell'importantissimo processo.
Nel primo pomeriggio del 28 aprile 1977, cinque giorni prima della data fissata per il processo, un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse uccise l'avvocato Fulvio Croce nei pressi del suo studio di Via Perrone, n. 125, a Torino; penso che il Ministro Cancellieri avrebbe molto da imparare su che cosa significa fare la professione di avvocato ed in special modo farla in Italia, in un Paese in disgregazione di legalità.
Letture consigliate: Piero Calamandrei, "Elogio dei giudici scritto da un avvocato", ed. Ponte alle Grazie, Paolo Borgna, "Difesa degli avvocati scritta da un pubblico accusatore", ed. Laterza. Quest'ultimo sottolinea che avvocati e magistrati sono "momenti distinti dell'unitaria funzione del rendere giustizia".
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Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
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