PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone). STAGIONE 2.
In un'Italia in preda agli spasmi della crisi e della mancanza di un Governo in grado di prendere decisioni drastiche sui tagli dei costi della politica (così, tanto per riguadagnare qualche punto con noi poveri elettori), mi par giusto che a Montecitorio si spenda del tempo (pagato) per disquisire sull'immagine delle donne in televisione.
Per carità sono la prima a detestare le parate di chiappe scoperte e tette al vento che la maggior parte delle televisioni, pubbliche incluse, ci propina in qualsiasi occasione: dal meteo ai quizzoni. Però che Miss Italia diventi oggetto di pubblico diniego da parte della Boldrini, mi pare eccessivo. Bastava generalizzare per indicare il degrado dell'immagine femminile sui media (che neppure è tema così attuale, visto che ci tormenta da almeno vent'anni e oltre), non necessariamente tirare in ballo un concorso che a modo suo è simbolo del costume e della storia italiani. Che piaccia o meno. Vedendolo (molto poco e mai più di dieci minuti a dose in realtà, lo ammetto) non ho mai percepito senso di "mercificazione e degrado", solo un po' di ingenuità a livello di aspettative da parte delle ragazze. Che, purtroppo, anche quando vincono finiscono spesso nell'oblio più totale. Senza tirare in ballo le vetuste Lucia Bosè o Gina Lollobrigida, ma nemmeno le più (o meno) recenti Federica Moro o Anna Valle: poche Miss titolate si ricordano. Ecco forse di questo doveva parlare il ministro, della caducità e relatività dei concorsi di bellezza, della disattesa delle speranze e dei sogni, ma non di sfruttamento delle ragazze.
Credo che la Boldrini forse, in cuor suo, abbia voluto attaccare le spese sostenute dalla Rai per finanziare il carrozzone, pagate con il nostro canone. Solo che, forse, non si è espressa molto bene. Forse. A parte ciò, torno ad invitare il presidente della Camera a espletare in maniera differente la sua carica. Noi donne ringraziamo perché vuole riabilitare la nostra immagine, ridare voce al 98% delle donne televisive che non sono parlanti, eliminare i tanga più succinti, però io preferirei che si occupasse di femminicidi, di stalking, di incentivi per la maternità, di eque opportunità professionali.
Beh, confidiamo che sarà per la prossima occasione. Chissà.
barbaralgsordi@gmail.it
In un'Italia in preda agli spasmi della crisi e della mancanza di un Governo in grado di prendere decisioni drastiche sui tagli dei costi della politica (così, tanto per riguadagnare qualche punto con noi poveri elettori), mi par giusto che a Montecitorio si spenda del tempo (pagato) per disquisire sull'immagine delle donne in televisione.
Per carità sono la prima a detestare le parate di chiappe scoperte e tette al vento che la maggior parte delle televisioni, pubbliche incluse, ci propina in qualsiasi occasione: dal meteo ai quizzoni. Però che Miss Italia diventi oggetto di pubblico diniego da parte della Boldrini, mi pare eccessivo. Bastava generalizzare per indicare il degrado dell'immagine femminile sui media (che neppure è tema così attuale, visto che ci tormenta da almeno vent'anni e oltre), non necessariamente tirare in ballo un concorso che a modo suo è simbolo del costume e della storia italiani. Che piaccia o meno. Vedendolo (molto poco e mai più di dieci minuti a dose in realtà, lo ammetto) non ho mai percepito senso di "mercificazione e degrado", solo un po' di ingenuità a livello di aspettative da parte delle ragazze. Che, purtroppo, anche quando vincono finiscono spesso nell'oblio più totale. Senza tirare in ballo le vetuste Lucia Bosè o Gina Lollobrigida, ma nemmeno le più (o meno) recenti Federica Moro o Anna Valle: poche Miss titolate si ricordano. Ecco forse di questo doveva parlare il ministro, della caducità e relatività dei concorsi di bellezza, della disattesa delle speranze e dei sogni, ma non di sfruttamento delle ragazze.
Credo che la Boldrini forse, in cuor suo, abbia voluto attaccare le spese sostenute dalla Rai per finanziare il carrozzone, pagate con il nostro canone. Solo che, forse, non si è espressa molto bene. Forse. A parte ciò, torno ad invitare il presidente della Camera a espletare in maniera differente la sua carica. Noi donne ringraziamo perché vuole riabilitare la nostra immagine, ridare voce al 98% delle donne televisive che non sono parlanti, eliminare i tanga più succinti, però io preferirei che si occupasse di femminicidi, di stalking, di incentivi per la maternità, di eque opportunità professionali.
Beh, confidiamo che sarà per la prossima occasione. Chissà.
barbaralgsordi@gmail.it
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