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«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.»
Così scriveva Blaise Pascal filosofo e teologo francese nato nel lontanissimo 1623.
Ed è proprio vero, le ragioni di un amore sono ignote e spesso ci si innamora di persone diversissime da noi, improbabili, inaspettate, silenziosamente rumorose che arrivano nella nostra vita mettendoci in disordine il cuore. Così si decide di stare insieme, di fare progetti, di metter su famiglia e di sposarsi o più semplicemente si può scegliere di stare insieme convivendo.
L'art. 29 della Costituzione stabilisce che: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare."
A fare da contraltare alla famiglia fondata sul matrimonio e' il fenomeno sociale, in costante aumento, della convivenza senza matrimonio, ossia di persone che, pur non essendo sposate (o essendosi lasciato alle spalle un matrimonio), vivono more uxorio (dal latino mos, che significa usanza, costume, e uxor, che significa moglie), ossia come se fossero marito e moglie senza esserlo per il diritto, inoltre, nella stessa definizione va ricompresa anche la convivenza omosessuale.
La convivenza more uxorio non è ancora disciplinata dal diritto, anche se diverse amministrazioni locali, ma soprattutto la giurisprudenza, da tempo, hanno cercato di porre in essere delle tutele da applicare ad una realtà sociale così diffusa.
Ad esempio, il Comune di Empoli, nel lontano 1993, fu il primo in Italia ad istituire il registro delle convivenze e negli anni sono stati introdotti una serie di istituti giuridici come i PACS (patto civile di solidarietà) e i DICO (diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi).
I PACS e i DICO, purtroppo, non hanno avuto il successo sperato; un importante segnale, invece, circa la tutela delle coppie di fatto sembra arrivare dai notai.
Al Senato, in commissione Giustizia, è in discussione una proposta che nasce da un congresso del notariato e che silenziosamente è diventato un ddl a firma di Carlo Giovanardi. In questo modo si potrà affrontare in maniera più liberale il problema della convivenza "more uxorio" aprendo in questo modo un varco per il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Il Consiglio Nazionale del Notariato dal 2 dicembre consentirà di stipulare i c.d. "Contratti di convivenza" per tutte quelle persone che abbiano deciso di mettere su famiglia senza scegliere la celebrazione del matrimonio.
Dunque, in questo modo tutte le coppie di fatto, anche quelle omosessuali, saranno maggiormente garantite dal punto di vista patrimoniale.
Sino ad oggi, alle persone conviventi erano negati una serie di diritti fondamentali
come l'assistenza sanitaria in ospedale o quella giuridica in caso di separazione o di morte.
In buona sostanza i notai avranno il compito di redigere veri contratti, e non atti fac simile, tagliati sulle esigenze specifiche della coppia, quindi, si potranno disciplinare vari aspetti patrimoniali: come i criteri di attribuzione della proprietà dei beni acquistati nel corso della convivenza, le modalità d'uso della casa di residenza; e' ipotizzabile anche un assegno di mantenimento al termine della convivenza e sarà possibile inserire nel contratto la facoltà di assistenza reciproca per tutti quei casi di malattia fisica o psichica, oltre alla designazione di un amministratore di sostegno.
Vale la pena ricordare che i "contratti di convivenza" non entrano nel merito del rapporto: la regolamentazione della convivenza spetta al legislatore, i notai regolano la parte patrimoniale». Questi contratti si rivolgono soprattutto ai giovani ma anche a persone più adulte, rimaste vedove e che ora convivono con altre persone».
Va puntualizzato però che: dai "contratti di convivenza" restano fuori i diritti ereditari e quelli indisponibili come l'educazione e il mantenimento dei figli.
Il conto alla rovescia e' appena cominciato; i notai hanno annunciato che, a partire dal 30 novembre, presso i consigli notarili distrettuali di tutta Italia saranno organizzati incontri informativi.
I "contratti di convivenza", invece, potranno essere stipulati a partire dal 2 dicembre in tutti gli studi notarili; si possono sottoscrivere in qualsiasi momento della convivenza, ma possono anche definire rapporti patrimoniali in caso di cessazione del rapporto.
I costi dei "contratti di convivenza" non sono fissi ma variano in base alle esigenze delle coppie; per stipulare questi contratti bisogna presentare i documenti di identità e i certificati anagrafici di rito, nonché le eventuali pronunce di separazione o divorzio che hanno interessato uno o entrambi i partners.