Il Consiglio dei Ministri, riunito il 17 dicembre, ha approvato un disegno di legge delega al Governo, collegato alla Legge di Stabilità, per la riforma del processo civile. La ratio è quella di rendere più efficiente il processo di cognizione e di esecuzione forzata, di smaltire l'arretrato civile e di modificare la disciplina delle garanzie reali mobiliari.
Nell'ottica dell'accelerazione dei tempi processuali, le norme di delega attribuiscono al giudice il potere di decidere la controversia in primo grado mediante dispositivo (spetterà eventualmente alle parti chiedere la motivazione estesa ai fini dell'impugnazione e previo pagamento di una quota prefissata), nonché la facoltà (limitata alle cosiddette cause semplici) di disporre il passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione.
Al fine di accelerare i tempi processuali, le norme di delega consentono al giudice d'appello che conferma il provvedimento di merito di rifarsi alla motivazione del giudice di primo grado. Sempre in appello e limitatamente a materie di limitata complessità, la controversia viene trattata e decisa dal giudice monocratico e non dal collegio.
La riforma mira, poi, a introdurre nel sistema delle garanzie mobiliari forme di garanzia senza spossessamento in modo tale da favorire l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese. Nella ricerca dei beni da pignorare, l'interrogazione delle banche dati (tra cui l'anagrafe tributaria) da parte degli ufficiali giudiziari determina un maggiore ricorso rispetto al passato alle modalità telematiche.
Infine, per la quantificazione del danno e con riferimento a particolari materie di carattere tecnico, si prevede che il processo venga preceduto dall'espletamento di una consulenza tecnica.
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