Dopo il decreto cosiddetto "svuota carceri", con il disegno di legge per la velocizzazione del processo penale torna al centro del dibatto politico e giornalistico la tematica della giustizia penale e dei mali che da sempre affliggono il processo penale (ossia le lungaggini del procedimento).
L'impostazione della riforma è stata affidata dal Ministro della Giustizia ad una apposita commissione ministeriale che ha elaborato un testo che a breve sarà vagliato dall'esecutivo per poi giungere in Parlamento.
I punti cruciali della riforma del processo penale si individuano nelle maggiori garanzie accordate alla persona sottoposta ad indagini.
Più nel dettaglio, il progetto di riforma prevede l'abolizione dei tribunali del riesame (a valutare sull'applicazione delle misure cautelari sarà un collegio di giudici che dovrà previamente sentire l'indagato).
Se, attualmente, possono decorrere cinque giorni prima che il difensore abbia il primo colloquio con l'assistito sottoposto a custodia cautelare, il nuovo testo fa cadere questo limite temporale, che permane solo qualora la misura sia applicata nei confronti di indagati per reati di terrorismo e criminalità organizzata.
Al fine di evitare l'ingolfamento del sistema penale, il progetto di riforma prevede la possibilità di archiviare le indagini relative a reati bagatellari, nonché l'esclusione dal giudizio abbreviato delle parti civili, che potranno fare valere le loro ragioni in sede civile.
In caso di patteggiamento e con l'obiettivo di ridurre i ricorsi alla Corte Suprema, può essere proposto ricorso in Cassazione solo qualora la sentenza non riproduca fedelmente l'accordo del patteggiamento; in caso di errori nel calcolo del tipo o della lunghezza della pena, sarà lo stesso giudice che ha emesso la sentenza di patteggiamento a procedere d'ufficio alla correzione.