A cura dell'avv. Gabriella Filippone - Ritorno sul tema dell'articolo "Europa criminale" pubblicato di recente dall'avv. Roberto Cataldi sul sito Studio Cataldi.it per dare un mio contributo.
http://1.bp.blogspot.com/-UE5A8ZL5X8o/UVZI7eOZT7I/AAAAAAAAJok/TVWdabaccQM/s1600/134010779-72d26201-f8b9-417f-abb6-e99dc724858a.jpg |
L'Europa criminale, quella delle banche e della finanza. Il filosofo e saggista Diego Fusaro non ha esitato a definire l'Europa come un progetto criminale, fondata sul debito e sull'asservimento economico dei suoi popoli. (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=boy_RvF1s_o)
Popoli e nazioni non contano come soggetti politici sociali. Dimenticata completamente l'etica delle priorità.
Disoccupazione, imprese che falliscono e miseria non sono sinonimi di pace europea.
Il modello di Europa proposto sembra avere come scopo e interesse la tutela del sistema bancario e dell'alta finanza, mentre la vita e il benessere delle popolazioni occupa un ruolo marginale e di secondo piano.
L'austerity, imposta da una politica elitaria e disumana, sembra concepita per salvaguardare, ad ogni costo ed oltre ogni ragionevolezza, il sistema bancario internazionale, uccidendo l'economia, le imprese, destabilzzando lavoratori e professionisti. Così legittimando negli Stati impoveriti l'imposizione di una tassazione ormai da tempo fuori misura e fuori controllo.
"La ricerca di giustizia e di libertà all'interno dell'alienazione contemporanea - per il filosofo e saggista Fusaro - implica la riattivazione di una prassi trasformatrice volta a superare il presente: oggi viviamo in una società livida fatta di individui isolati, incazzati, giustamente, ma impotenti perchè paradossalmente c'è una tale miseria, un tale sfruttamento, un tale senso di ingiustizia che basterebbe a fare eplodere dieci rivoluzioni francesi e quindici rivoluzioni russe e invece questo senso di rabbia implode nella coscienza dell'individuo, ammotulisce nella mestizia solitaria".
"Occorre scardinare l'ideologia del mercato, - prosegue Fusaro - cioè il monoteismo del mercato che si determina in molti modi, uno dei quali è l'odierna Europa, in realtà non esiste l'Europa (UE), oggi esiste l'euro, la moneta unica, il modo in cui in un colpo solo sono stati cancellati 150 anni di diritti sociali guadagnati".
Diego Fusaro considera che con "l'euro si stanno ottenendo quei risultati che non si erano ottenuti tramite i carri armati negli anni '30 e '40, in cui il vecchio ultimatum militare è sostituito dal nuovo ultimatum dell'adeguamento alle leggi finanziarie, in cui sull'altare del capitalismo vengono sacrificati i popoli, quello greco e prossimamente magari quello italiano."
Occorre la possibilità di riformare l'Europa in atto, "giacchè quest'Europa così com'è non è un primo passo verso l'Europa vera, è un tentativo fallito tragicamente".
Sostiene quindi Diego Fusaro anche la possibilità di "uscirne prima possibile, prima che inizi quella che Puccini chiama la notte che non conosce il mattino" in quanto "l'euro oggi è insostenibile" e giudica il fatto che nessuna forza politica lo dica apertamente come un segno della miseria dei tempi.
L'auspicio di Fusaro: "ricostruire una nuova Europa basata sul libero riconoscimento di stati sovrani uguali e democratici". (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=BnteBbPqtoY )
Richiamo, sul tema, l'articolo di Roberto Cataldi pubblicato sul sito Studio Cataldi.it.
https://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_14927.asp
Segnalo altresì, tramite il Blog Voci dall'estero l'emittente araba Al Jazeera, con l'articolo di un giovane attivista tedesco Mark Bergfeld, che ribadisce: il miraggio degli impossibili "Stati Uniti d'Europa" è la foglia di fico che copre un progetto di dominazione imperialista. La Merkel oggi, come Napoleone ieri, suscita ammirazione e odio, nazionalismi in patria e all'estero, egemonizza l'Europa e per fare questo conta sull'appoggio delle élite locali che reputano "superiori" i valori "dell'invasore".
In Foto: Angela Merkel | via brainz.org
La donna simbolo di questa Unione Europea è una figura che suscita largo dissenso nel sud Europa. Riesce a contare sui capi di stato: la stampa greca ha etichettato il primo ministro Antonis Samaras e il suo vice, Evangelos Venizelos, come "Merkelitses" - seguaci della Merkel; Manuel Barroso ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di molte Germanie in Europa."
Si è scritto che se il Trattato di Maastricht è sinonimo di Europa neoliberista, il nome della Merkel diventerà sinonimo della rottura dell'Europa.
La Merkel ha ridefinito i parametri stessi del progetto europeo, non avrebbe menzionato l'euro-crisi nemmeno una volta durante la sua campagna elettorale; il giorno dopo le elezioni ha ripetuto che lei è la cancelliera di tutti; l'obiettivo di questa politica europea sembra essere quello di creare un nuovo tipo di Europa, un'Europa "merkelificata".
La Merkel forgia i paesi a propria immagine. L'export tedesco costituisce oltre il 50 percento del PIL tedesco, "la nuova Europa è il paradiso della Merkel".
Questa Europa non sarà basata sul modello degli "Stati Uniti". Non necessita di basi militari sparse per il pianeta. Sarà un modello basato sull'alta produttività e i bassi salari. La svalutazione dell'euro, abbinata all'elevata produttività dell'export tedesco e al basso costo del lavoro, è un vantaggio competitivo per l'industria tedesca dell'export. Ha realizzato paesi creditori nel centro e paesi indebitati in una periferia che sarà complementare al modello tedesco.
Il modello ottimizzato dalla Merkel, è senza alternative, la Merkelmania significa che nessuno vivrà più "oltre i propri mezzi". La Merkel non vuole risolvere la crisi del capitalismo. Vuole creare un nuovo capitalismo - sulle rovine del vecchio stato sociale e della democrazia. Trasmette la promessa di questo nuovo mondo con il linguaggio dei "valori europei", che non significano nient'altro che il nazionalismo del Deutschmark, trasposto a livello europeo.
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La Merkel ha creato una "Unione" Europea ad immagine napoleonica. Napoleone diffondeva i valori francesi negli altri paesi, così oggi la Merkel diffonde i valori tedeschi - efficienza, produttività e vantaggio competitivo. Un esponente di spicco del CDU, Volker Kauder, ha in qualche modo espresso il concetto: "in Europa ora si parla tedesco.
Quale Europa si persegue?
Nel nome di quali interessi dovrebbero coesistere gli Stati Uniti d'Europa? Proprio quelli che hanno causato gli attuali squilibri commerciali e la conseguente polarizzazione politica: nel nome della produttività e della competitività, in certi casi i salari nel sud Europa vengono tagliati anche del 25%.
Non c'è un ritorno agli anni d'oro del 1960: non c'è un ritorno alla stabilità politica combinata con la crescita dell'economia.
Nella nuova Europa, il mercato interno della Germania non può realizzare nuovo valore e così deve crearsi nuovi mercati e nuovi debitori. I paesi nella periferia dell'UE vengono ridotti a luoghi dove i surplus commerciali possono essere investiti con profitto. [1]
L'EURO E I PARAMETRI EUROPEI:
Marco Fortis, nel suo articolo "Così la Germania ha fregato l'Europa. Quel debito tedesco che nessuno vede", pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero", offre un'analisi dettagliata dei punti di forza del governo tedesco, ed offre uno spaccato diverso della Germania e del tanto vantato PIL, smitizzando tale ultimo valore: nel 1998, prima dell'emissione dell'euro come moneta comune, la Germania era la «malata d'Europa», registrava un Pil che cresceva molto meno di quello italiano.
"Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane".
L'era dell'euro ed interpretazione dei parametri di Maastricht: sono i parametri che stanno a certificare le presunte virtù e manchevolezze dei vari Paesi; si tratta di parametri rigidi, discutibili sul piano metodologico ed anacronistici, sono vantaggiosi solo per la Germania e parte del Nord Europa, mentre sono a svantaggio dell'Italia e dei Paesi dell'Europa Latina.
La Germania ha interpretato, determinato ed imposto un'interpretazione che va univocamente a suo beneficio, in antagonismo con gli altri Stati, usandoli strumentalmente per accrescere la sua forza, tradendo il fine stesso per cui l'UE è nata.
Sarebbe dunque l'uso strumentale dell'euro ad ever reso ricca e creditrice la Germania verso l'estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, non le riforme tedesche, tantomeno la discutibile crescita del Pil tedesco.
[1] Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it/2014/01/il-mondo-secondo-angela-merkel.html
E-mail: gabrifil@gmail.com Blog: studio legale avvocato Gabriella Filippone