Il Documento di Economia e Finanza, predisposto dal Governo al fine di stabilire integralmente le politiche economiche-finanziarie e gli obiettivi da realizzare nel periodo di bilancio, è stato approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
Il DEF, definito dal Capo del Governo "molto serio e rigoroso", anticipa gli interventi legislativi in programma specificando le relative coperture.
In particolare, le riforme prevedono, a partire dal mese di maggio, un bonus Irpef nella busta paga di tutti i lavoratori dipendenti con reddito annuo lordo al di sotto dei 25.000 euro; si tratta di quella che è stata definita come una sorta di "quattordicesima degli italiani" pari ad 80 euro mensili e foraggiata dai tagli attuati dalla spending review, dall'aumento del gettito dell'Iva e dall'aumento della tassazione sulla rivalutazione dell'operazione Banca d'Italia.
Un escamotage di natura tecnica è stato ideato per far rientrare in qualche modo anche gli incapienti tra i beneficiari.
I benefici fiscali riguardano anche le imprese, per le quali è prevista una riduzione dell'Irap pari al 10%.
Le imprese potranno anche recuperare i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione grazie allo sblocco dei pagamenti dei debiti contratti dalla p.a. che si accompagna all'obbligo di registrazione delle fatture e della certificazione del credito per attestare e velocizzare i debiti commerciali.
Semplificazione e speditezza sono le ragioni che hanno altresì indotto il Governo a predisporre l'invio al domicilio dei contribuenti pensionati e lavoratori dipendenti del modello 730 precompilato.
Tra i tagli confermati per garantire lo sgravio fiscale figurano in prima linea i limiti imposti agli stipendi dei manager pubblici, dei dirigenti della Pubblica Amministrazione e degli appartenenti agli organi costituzionali i quali non potranno percepire emolumenti superiori a quello del Presidente della Repubblica, già autoridotto dallo stesso Capo dello Stato a 238.000 euro annui.
Mentre si allontanano le ipotesi di ulteriori risparmi sull'Istruzione, auspicando invece nuovi investimenti, nell'ambito della Sanità l'intento è quello di non limitare la spesa ma soltanto gli sprechi che anzi, secondo l'intenzione del premier, "saranno combattuti in tutti i dicasteri".
L'intento finale del DEF è quello di fornire anche agli altri Stati membri europei un quadro dei provvedimenti nazionali, così come previsti dalla premiership attuale, nel limite di spesa costituito dal 3% del Prodotto Interno Lordo, soglia entro la quale l'Italia è tenuta a mantenere il proprio deficit. L'Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale, tuttavia, discordano con la stima sulla crescita fornita dal governo italiano, prudenzialmente indicata allo 0,8% con l'auspicio di una smentita positiva, prevedendo all'inverso una meno ottimistica stima dello 0,6%.
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