Continua la battaglia della LAV (lega anti vivisezione) contro l'allevamento di Montichiari.
Dopo aver ottenuto un sequestro giudiziario e la liberazione dei beagle di Green Hill, è ora il momento della resa dei conti: il processo penale inizia oggi dinanzi al tribunale di Brescia.
A darne notizia è Gianluca Felicetti Presidente della LAV.
Contro tutti gli imputati (tra cui i gestori dell'allevamento) è stata formulata l'ipotesi di reato prevista dagli articoli 544-bis e 544-ter 1 e 3 c.p. perché "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, senza necessità, privando i 2639 cani beagle detenuti dei loro pattern comportamentali (ovvero di tutte le attività vitali e insopprimibili di ogni specie) li sottoponevano a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, detenuti in un ambiente inadeguato ad esprimere i comportamenti etologici propri ella loro specie, attraverso una serie di eto-anomalie riscontrate (quali ad esempio il cosiddetto freezing, paura, ansia, stereotipie, comportamenti ridiretti), manifestavano uno stato di stress cronico (cosiddetto distress) direttamente cagionato (…) senza necessità e con il solo fine di abbattere i costi di impresa, per procedere all'identificazione dei cani, in luogo dell'indolore ma costoso micro-chip, utilizzavano la tatuatura con aghi, strumento vietato, tagliavano le unghie fino alla base con rottura dei vasi sanguigni connessi alle radici delle unghie medesime, con l'aggravante dell'essere derivata la morte di n.104 cani beagle; senza necessità se non quella di liberarsi di un prodotto non più vendibile alla clientela mediante soppressione (cosiddetta eutanasia) cagionavano la morte di n.54 cani beagle".
La Lega antivivisezione è stata anche indicata come parte offesa del processo.