Una novità che, in soldoni, significa che tutti coloro che matureranno il diritto nell'arco del prossimo anno, potranno comunque accedere alle tutele, evitando così di restare senza stipendio o senza pensione.
La proposta del governo allarga così le fila degli esodati che salgono a 32.100, con più di 24.000 posizioni recuperate dai precedenti interventi, per le quali non era mai giunta domanda, e 8.000 posizioni completamente nuove.
Un esercito che ammonterebbe quindi a 170mila salvaguardati, contro i 162mila previsti dai precedenti cinque interventi per un totale di oltre 42.000 pensioni liquidate (dati ultimo rapporto Inps di maggio).
Annunciando l'emendamento al progetto di legge sulla sesta salvaguardia, il ministro ha anche anticipato possibili interventi strutturali da prevedere direttamente nella legge di stabilità, con l'obiettivo di fornire risposte e soluzioni, innanzitutto, alle diverse situazioni problematiche non rientranti tecnicamente nella definizione di esodati, ma comunque, inerenti coloro che sono rimasti sprovvisti di stipendio, pensione e ammortizzatori vari.
Da più parti, invece, l'adozione della sesta salvaguardia non è considerata sufficiente per risolvere il problema alla fonte e piovono richieste al governo di affrontare definitivamente la questione, procedendo verso una modifica strutturale della legge Fornero, magari con forme di flessibilità che incentivino chi decida di lavorare di più e penalizzino chi, invece, vuole andare prima in pensione.
Intanto, nell'attesa delle imminenti mosse autunnali, la proposta di Poletti, tra apprezzamenti e critiche prosegue il suo cammino. Già sul tavolo della Commissione lavoro alla Camera, approderà in aula il prossimo mercoledì, come emendamento al progetto di legge che contiene la sesta salvaguardia e che dovrà essere votato il 3 luglio.