Sarà ultimato entro fine luglio il nuovo Codice degli Appalti, per poi andare all'esame del Consiglio dei Ministri ed essere varato durante la prima metà del prossimo anno.
Un restyling totale, al quale la commissione guidata dal viceministro delle infrastrutture e trasporti, Riccardo Nencini, sta lavorando alacremente per rispettare il termine temporale previsto e varare in fretta il disegno di legge, accelerando così l'approvazione da parte del Parlamento, mentre il ministero lavorerà allo schema di decreto legislativo attuativo della delega.
Il nuovo codice azzererà quasi completamente l'attuale d. lgs. n. 163/2006 e rispettivo regolamento puntando su 200 articoli in luogo dei 600 attuali, articolati in due decreti legislativi, di cui uno dedicato al recepimento delle direttive europee.
Norme più trasparenti e semplificazione sono gli obiettivi principali della riforma resa improcrastinabile dalle direttive Ue che impongono la modifica dei contratti pubblici entro aprile 2016 e dalle vicende giudiziarie di Expo e Mose.
Tra i diversi punti in cui si articola la delega, inerenti sia le grandi opere che il project financing, le principali novità riguarderanno: la riforma dei criteri di qualificazione delle imprese che accedono alle gare e dei soggetti subappaltanti, la maggiore incisività delle forme di controllo e la tracciabilità dei finanziamenti, oltre all'attenzione spiccata per l'ambiente e le piccole e medie imprese e agli accessi più flessibili per le aziende innovative.