È arrivato l'atteso sì della Camera al decreto P.A. (n.90/2014) che ora, superato il primo ostacolo, si appresta ad approdare a Palazzo Madama per l'esame finale e la conversione in legge, entro il prossimo 24 agosto, pena la decadenza.
346 sì, contro 176 no (e 10 astenuti) hanno fatto scattare, durante la notte, la fiducia al Governo sul decreto 90 che, dopo il voto di approvazione di ieri in aula (286 a favore, 132 contrari e 2 astenuti), con modifiche all'impianto originario, mira a rappresentare una "rivoluzione copernicana" nella macchina dello Stato.
Tante le novità, inerenti, tra l'altro, le pensioni dei dipendenti pubblici, la reintroduzione della quota 96, i trattamenti di anzianità e le regole per il turnover.
Confermate, quindi, dalla Camera, le soglie d'età per i pensionamenti d'ufficio: 62 anni per i dipendenti pubblici, purchè abbiano anzianità massima (contributiva e non effettiva), 68 anni per professori e primari (in luogo dei 65 del testo originario) mentre i magistrati potranno restare in servizio fino a 70 anni.
Abolito il trattenimento in servizio per i dipendenti che hanno raggiunto i requisiti pensionistici e messi paletti agli incarichi di consulenza per i pensionati. Fissati parametri più flessibili per i turnover (basati esclusivamente su criteri di spesa) e confermata la mobilità obbligatoria, non applicabile ai dipendenti con figli al di sotto dei tre anni o disabili. I criteri saranno decisi di concerto con i sindacati, analogamente al demansionamento, in ordine al quale si potrà scendere, al massimo, di un gradino.
Ripristinata anche la "quota 96" (ovvero la somma dell'età anagrafica a quella contributiva), che consentirà a 4.000 insegnanti di andare in pensione a settembre con le regole pre-Fornero.
Salvezza, in corner, per le sezioni distaccate dei Tar, situate nelle città sedi di corti d'appello ed effetto "tagli" con moderazione a carico delle Camere di Commercio. Più facile anche la carriera universitaria, con nuovi criteri di valutazione e riduzione delle pubblicazioni a 10 (al posto di 12) per il "patentino".
Superato il semaforo verde di Montecitorio, il via libero definitivo alla riforma della P.A. spetta ora al Senato dove non si escludono modifiche e correzioni.