Semplificazione e tutela dell'"utenza vulnerabile", revisione in pejus dell'apparato sanzionatorio, sicurezza stradale e delegificazione. Sono questi i criteri guida del progetto di legge (C 731-1588-A) che conferisce delega al Governo per la riforma del Codice della Strada, il cui iter parlamentare è stato avviato lo scorso 26 settembre.
Sotto il profilo della semplificazione, il testo all'esame dell'aula di Montecitorio, mira a riorganizzare i contenuti del codice vigente, in ordine alla disciplina dei comportamenti, delle previsioni sanzionatorie e della regolazione dello spazio stradale.
Quanto alla tutela dell'utenza vulnerabile, previste, invece, riduzioni dei limiti di velocità nelle aree urbane, promozione della sicurezza delle biciclette e incentivi per favorire l'accesso dei ciclomotori nelle corsie riservate, nonché possibilità di circolazione su strade e autostrade per i motocicli di cilindrata superiore a 120 cc.
Ma le novità principali riguardano l'apparato sanzionatorio, con l'introduzione delle sanzioni accessorie della "revoca della patente e dell'inibizione alla guida perpetue" in presenza di omicidio colposo; di analoghe disposizioni per la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti e in caso di uccisione di più vittime.
Prevista inoltre la decurtazione dei punti dalle patenti dei minorenni e controlli più pregnanti in materia di sicurezza stradale, con l'istituzione di una banca dati delle infrazioni.
In merito alla "delegificazione", infine, la delega autorizza il Governo ad adottare regolamenti, finalizzati a sottrarre al Codice della Strada, la disciplina di una serie di materie (quali quelle sulle caratteristiche dei veicoli eccezionali, della segnaletica stradale, ecc.).
Scarica qui il testo del disegno di legge di riforma del codice della strada
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