Presenti sul mercato da più di un lustro, le sigarette elettroniche rappresentano una speranza di "guarigione" per i fumatori più incalliti, quelli che con cerotti, chewing-gum e training autogeno non sono ancora riusciti a dire addio alla tanto amata/odiata nicotina.
In realtà, però, la scienza non ha ancora dato il suo placet sulla innocuità di tali dispositivi. Anzi, una recente raccomandazione dell'OMS mette in guardia dai pericoli delle sigarette elettroniche alla nicotina - o e-cigs, secondo il vezzo anglosassone - accusate di contenere tracce significative di metalli pesanti e altri inquinanti. In special modo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le sigarette elettroniche possono costituire un serio pericolo per «bambini, adolescenti, donne in stato di gravidanza e donne in età procreativa» per via dei possibili effetti a lungo termine «sullo sviluppo cerebrale». Anche se si tratta di ipotesi non ancora confermate…
In mancanza, dunque, di una pronuncia definitiva da parte degli studiosi sull'accettabilità delle sigarette elettroniche come succedaneo alle sigarette tradizionali (nell'attesa e nella speranza di abbandonare del tutto il vizio), e alla luce dei nuovi allarmi lanciati sui rischi potenziali connessi al loro consumo, il Ministero della Salute - con l'ordinanza n. 231/2014, in vigore dallo scorso 5 ottobre - ha in via precauzionale vietato la vendita delle e-cig contenenti nicotina ai minori di 18 anni, stabilendo una sanzione pecuniaria da 250 a 1000 euro per chiunque venda o somministri e-cigs con nicotina a soggetti minorenni. Il provvedimento arriva a qualche mese di distanza dallo spirare del termine finale di efficacia dell'analoga ordinanza del 26 giugno 2013.
L'intervento dell'Esecutivo cerca di colmare un vuoto legislativo: allo stato, manca infatti nel nostro Paese una norma primaria che disciplini l'utilizzo delle sigarette elettroniche, argomento sul quale il Parlamento sta probabilmente attendendo dati scientifici certi.