La legge di Stabilità 2015, all'articolo 15, prevede infatti che, qualora vi siano scostamenti nei saldi di bilancio preventivati, la misura dell'aliquota ordinaria nel 2016 passerà dall'attuale 22% al 24%.
Qualora i conti non dovessero essere ancora in ordine, l'imposta sul valore aggiunto aumenterà di un punto percentuale nell'anno successivo per passare al 25,5% nel 2018. Una sorte non diversa toccherà all'iva agevolata, attualmente al 10%. Gli aumenti progressivi saranno del 2% per il 2016 e nel 2017 l'imposta raggiungerà il 13%.
Quali sono state le reazioni a caldo? Quali sono le implicazioni di questo intervento sull'economia nazionale e sulla propensione ai consumi delle famiglie?
L'ufficio studi della Confcommercio sottolinea come in questo modo l'Italia conquisti uno dei primi posti nella graduatoria internazionale delle aliquote delle imposte indirette sui consumi. L'ufficio studi aggiunge che questi incrementi d'imposta avranno effetti negativi sul prodotto interno lordo e sui consumi, deprimendo il gettito atteso ex ante in quanto si determineranno processi di elusione od evasione fiscale.
Netta è stata anche la presa di posizione da parte del Codacons che parla di una maxi stangata per le famiglie italiane che si vedranno costrette a ridurre ulteriormente i consumi: si stima, infatti, che nel 2018 il peso di questa misura per una famiglia sarà mediamente pari a 791 euro annui.