Il diritto all'oblio non può avere una portata unicamente europea, ma deve essere esteso in misura globale in modo tale da includere anche i domini .com.
Così l'Unione Europea ha ribadito che la de-indicizzazione, ossia la possibilità per gli utenti di richiedere la cancellazione delle proprie informazioni dai risultati dei motori di ricerca, non dovrà avere valenza limitata alle sole versioni europee del rinomato Google, ma trovare applicazione a livello planetario.
L'interesse su uno dei temi sensibili dell'era web 2.0 viene richiamato dal Working Group Art. 29, gruppo di coordinamento dei Garanti per la tutela dei dati personali in Europa, il quale ha diramato un comunicato stampa sottolineando la necessità di garantire una protezione dei dati effettiva e completa, che non può essere ottenuta limitando il de-listing ai soli domini europei.
La decisione del gruppo,che annovera alla vice presidenza il neo eletto Garante italiano Antonello Soro, si pone nel solco tracciato dalla sentenza Google Spagna che ha riacceso i riflettori sulla questione della tutela dei dati personali presenti in rete appartenenti a cittadini europei.
La dimensione unitaria e globale di Google e di altri motori di ricerca, richiede necessariamente una tutela altrettanto onnicomprensiva, nonché una pronta risposta del colosso informatico americano alle richieste di oblio ricevute dagli utenti.
In caso contrario, sarà possibile attivare una procedura che imponga coattivamente la de-indicizzazione.
Il documento completo contenente le linee guida formali verrà diramato entro la fine della settimana, e, pur privo di valore vincolante nei confronti dei motori di ricerca, fornirà dei principi interpretativi necessari alle autorità nazionali per risolvere eventuali controversie emergenti tra cittadini comunitari e i search engine.