Nel compilare i moduli di autocertificazione a norma dal d.P.R. 445/2000, i due avevano infatti "dimenticato" di menzionare le rispettive fedine penali

Devono aver mal interpretato il significato di "spiccata condotta morale" (il requisito richiesto da tutti i tribunali d'Italia agli aspiranti ctu), i due commercialisti riminesi di 66 e 44 anni che lo scorso ottobre, in occasione degli aggiornamenti delle liste dei consulenti del Tribunale di Rimini, avevano presentato domanda per entrare nella categoria dei commercialisti ed esperti contabili. 

Nel compilare i moduli di autocertificazione a norma dal d.P.R. 445/2000, i due avevano infatti "dimenticato" di menzionare le rispettive fedine penali non esattamente immacolate, ma screziate entrambe da diverse condanne definitive. Il 66enne, infatti, aveva al suo attivo sentenze passate in giudicato per: avvelenamento delle acque, bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita; mentre il 44enne era stato condannato in passato "soltanto" per lesioni personali e disturbo della quiete pubblica

Macchie macroscopiche, per la verità, che non potevano superare indenni il vaglio del Presidente del Tribunale, il quale ha immediatamente fatto scattare le indagini a carico dei due professionisti. Per entrambi, il 2015 si apre quindi con una denuncia a piede libero per falso ideologico (se volevano aggiungere un altro reato alla "collezione"...).


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