L'imposta applicata all'acquisto del combustibile passerà dal 1° gennaio dal 10 al 22%
Con l'arrivo dell'anno nuovo scatta l'aumento dell'Iva sul pellet previsto nella Legge di Stabilità 2015: l'imposta applicata all'acquisto del combustibile passerà dal 1° gennaio dal 10 al 22% per effetto di una modifica apportata al D.P.R 633/1972. La Tabella A del provvedimento richiamato dal comma 711 della Legge di Stabilità contiene, infatti, i beni che sono sottoposti al regime dell'aliquota contributiva minima, dai quali viene ora escluso il pellet introducendo un'inedita distinzione con la segatura.
La norma ha prevedibilmente suscitato forti reazioni da parte delle associazioni dei consumatori: in particolare Federconsumatori ha definito l'aumento "intollerabile" in quanto secondo le stime effettuate comporterà un aggravio medio di 50 euro a famiglia. Le associazioni, inoltre, sottolineano gli effetti negativi anche su un piano ambientale: l'aggravio potrebbe avere l'effetto di allontanare i consumatori da questa forma di combustibile meno inquinante.
Gli effetti negativi del provvedimento potrebbero riversarsi prevalentemente su famiglie ed imprese del settore. Secondo stime ISTAT il pellet è attualmente utilizzato da oltre due milioni di famiglie facenti parte della fascia meno abbiente della popolazione e residenti prevalentemente in zone montane. Parallelamente lo imprese operanti nel campo registrano circa il 35% delle esportazioni e rischiano di vedere ridurre il proprio volume di affari a seguito dell'introduzione di un'imposta sul valore aggiunto sensibilmente più elevata di quella vigente in altri paesi europei.
La norma ha prevedibilmente suscitato forti reazioni da parte delle associazioni dei consumatori: in particolare Federconsumatori ha definito l'aumento "intollerabile" in quanto secondo le stime effettuate comporterà un aggravio medio di 50 euro a famiglia. Le associazioni, inoltre, sottolineano gli effetti negativi anche su un piano ambientale: l'aggravio potrebbe avere l'effetto di allontanare i consumatori da questa forma di combustibile meno inquinante.
Gli effetti negativi del provvedimento potrebbero riversarsi prevalentemente su famiglie ed imprese del settore. Secondo stime ISTAT il pellet è attualmente utilizzato da oltre due milioni di famiglie facenti parte della fascia meno abbiente della popolazione e residenti prevalentemente in zone montane. Parallelamente lo imprese operanti nel campo registrano circa il 35% delle esportazioni e rischiano di vedere ridurre il proprio volume di affari a seguito dell'introduzione di un'imposta sul valore aggiunto sensibilmente più elevata di quella vigente in altri paesi europei.
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