L'Istituto si troverebbe di fatto ad assumere il ruolo di
di Lucia Izzo
I postumi di un Capodanno all'insegna dell'assenteismo smuovono le compagini del Governo italiano.
L'allerta è scattata dopo gli avvenimenti di Roma: la capitale ha registrato, durante la notte più lunga dell'anno, assenze di massa dei vigili urbani (in servizio solo 2 agenti su 10) nonché dei conducenti della metro romana (Atac riporta solo 7 autisti al lavoro invece dei 24 necessari per coprire il turno straordinario).
Le giustificazioni per la "fuga di massa" dal posto di lavoro, sono racchiuse negli innumerevoli certificati medici piovuti nei diversi uffici del capoluogo romano.
Il premier Matteo Renzi ha reagito all'ennesimo scandalo romano, affidando al primo tweet del 2015 le sue intenzioni di procedere ad una rapida modifica delle regole del pubblico impiego, confermando che un apposito disegno di legge per riorganizzare la materia è sottoposto attualmente al vaglio del Parlamento.
La principale innovazione interesserebbe proprio il sistema dei controlli sui certificati di malattia, che nel settore pubblico sarebbero aumentati del 27% tra il 2011 ed il 2013, con costi di gestione pari a circa 70 milioni di euro.
In un'ottica di spending review, l'intenzione governativa, espressa nel ddl Madia di riforma della Pubblica Amministrazione, proporrebbe di privare l'Asl dei poteri di controllo, con contestuale trasferimento dei compiti all'Inps, il quale si troverebbe di fatto ad assumere il ruolo di "controllore unico" sia pubblico che privato.
Fonti interne Inps, sostengono che l'Istituto avrebbe infatti garantito un dimezzamento dei costi complessivi grazie ad «un sistema di data mining e all'archivio dei certificati online di cui l'Istituto ha la gestione».
Non si tratterebbe, tuttavia, di una novità dell'ultim'ora: nell'ottica di un immediato risparmio e della lotta all'assenteismo, il Governo avrebbe iniziato a valutare l'idoneità dell'Inps ad un simile ruolo già dallo scorso anno, attraverso un'indagine svolta dalla commissione Affari sociali della Camera, le cui conclusioni avrebbero confermato i "tempi maturi" per l'adozione di un sistema di controllo unificato.
Il parere favorevole al "Polo unico della medicina di controllo pubblica e privata" sarebbe giustificato dalla significativa riduzione della spesa: per coprire i costi sostenuti dall'Inps nel settore del controllo sanitario, si ipotizza la destinazione di un budget annuo a copertura di una quota predefinita di visite di controllo, che le singole amministrazioni potrebbero integrare qualora fosse necessario provvedere ad un numero maggiore di controlli.
Lucia Izzo
I postumi di un Capodanno all'insegna dell'assenteismo smuovono le compagini del Governo italiano.
L'allerta è scattata dopo gli avvenimenti di Roma: la capitale ha registrato, durante la notte più lunga dell'anno, assenze di massa dei vigili urbani (in servizio solo 2 agenti su 10) nonché dei conducenti della metro romana (Atac riporta solo 7 autisti al lavoro invece dei 24 necessari per coprire il turno straordinario).
Le giustificazioni per la "fuga di massa" dal posto di lavoro, sono racchiuse negli innumerevoli certificati medici piovuti nei diversi uffici del capoluogo romano.
Il premier Matteo Renzi ha reagito all'ennesimo scandalo romano, affidando al primo tweet del 2015 le sue intenzioni di procedere ad una rapida modifica delle regole del pubblico impiego, confermando che un apposito disegno di legge per riorganizzare la materia è sottoposto attualmente al vaglio del Parlamento.
La principale innovazione interesserebbe proprio il sistema dei controlli sui certificati di malattia, che nel settore pubblico sarebbero aumentati del 27% tra il 2011 ed il 2013, con costi di gestione pari a circa 70 milioni di euro.
In un'ottica di spending review, l'intenzione governativa, espressa nel ddl Madia di riforma della Pubblica Amministrazione, proporrebbe di privare l'Asl dei poteri di controllo, con contestuale trasferimento dei compiti all'Inps, il quale si troverebbe di fatto ad assumere il ruolo di "controllore unico" sia pubblico che privato.
Fonti interne Inps, sostengono che l'Istituto avrebbe infatti garantito un dimezzamento dei costi complessivi grazie ad «un sistema di data mining e all'archivio dei certificati online di cui l'Istituto ha la gestione».
Non si tratterebbe, tuttavia, di una novità dell'ultim'ora: nell'ottica di un immediato risparmio e della lotta all'assenteismo, il Governo avrebbe iniziato a valutare l'idoneità dell'Inps ad un simile ruolo già dallo scorso anno, attraverso un'indagine svolta dalla commissione Affari sociali della Camera, le cui conclusioni avrebbero confermato i "tempi maturi" per l'adozione di un sistema di controllo unificato.
Il parere favorevole al "Polo unico della medicina di controllo pubblica e privata" sarebbe giustificato dalla significativa riduzione della spesa: per coprire i costi sostenuti dall'Inps nel settore del controllo sanitario, si ipotizza la destinazione di un budget annuo a copertura di una quota predefinita di visite di controllo, che le singole amministrazioni potrebbero integrare qualora fosse necessario provvedere ad un numero maggiore di controlli.
Lucia Izzo
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