Applicazioni, software, streaming, abbonamenti ai servizi digitali: dal 1 gennaio 2015 per tutti gli acquisti di beni immateriali europei cambiano le regole sul pagamento dell'IVA in base a quanto prevede la direttiva europea 2008/8/CE qui sotto allegata.
In caso di forniture di prodotti digitali all'interno dell'Unione, l'imposta andrà pagata nello Stato membro di residenza dell'acquirente e non più in quello del fornitore.
Si tratta di una regola applicabile a tutte le prestazioni di commercio elettronico diretto di natura transfrontaliera, con ciò intendendosi la cessione di beni digitali per mezzo di una rete elettronica ad un consumatore che risiede in uno Stato diverso da quello ove ha la propria sede il professionista. Restano escluse, pertanto, le operazioni di commercio elettronico indiretto, in cui vengono acquistati on-line beni materiali, e quelle tra professionisti.
Per effetto delle nuove disposizioni sulla territorialità dell'IVA, quindi, i consumatori italiani dovranno corrispondere un aliquota pari al 22%.
Ciò si traduce per lo più in un aumento del costo dei servizi di alcuni noti gestori, come gli e-Book commercializzati da Amazon e Kindle e le chiamate a pagamento di Skype, ma anche in una leggera diminuzione del costo di altri, come i soggiorni prenotati con Airbnb.
Del pari, i professionisti italiani che forniscono i loro servizi in altri Paesi dell'Unione dovranno applicare l'aliquota del Paese di destinazione.
Laura Bazzan
Testo della direttiva europea 2008/8/CE