L'oggetto del contendere era la mancata tutela delle minoranze, originata dal possibile voto di lista o per ogni componente di una lista concesso ad ogni avvocato. La conseguenza di questa possibilità si andava infatti a tradurre, secondo quanto sostenuto dai ricorrenti, nella monopolizzazione da parte della lista vincente di tutti i posti a disposizione nel Consiglio, in contrasto quindi con l'esigenza di tutelare le minoranze, in particolare quelle di genere.
Il Tar ha invece disposto che il regolamento concorre in maniera del tutto legittima a disciplinare il voto ove le preferenze siano espresse verso entrambi i generi, in quanto le liste riservano comunque un terzo al genere meno rappresentato.
Una tesi che non ha comunque mancato di provocare la decisa reazione di Ester Perifano, segretario dell'Anf, la quale non ha escluso l'eventualità di un ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, determinato dall'esigenza di portare comunque avanti quella che è considerata una vera e propria battaglia di civiltà tesa a riaffermare un principio il quale non può evidentemente essere sacrificato nei confronti di altri, bensì contemperato con gli stessi.