In linea con quanto annunciato dal premier nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri del 20 gennaio scorso ha dato il via libera all'Investment Compact, il pacchetto di misure finalizzato al riordino del sistema bancario e al rilancio degli investimenti, soprattutto per le Pmi italiane.
Di seguito, ecco le principali novità contenute nel decreto legge approvato dal Cdm:
- Riforma banche popolari
Le 10 banche popolari più grandi (ovvero quelle con attivo superiore agli otto miliardi di euro) dovranno trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi, mentre le altre resteranno a "vocazione territoriale". La divisione degli istituti di credito popolari in due fasce, risponde, a detta del Governo, all'obiettivo di rafforzare il settore bancario adeguandolo allo scenario europeo, quotando in borsa quelli di maggiori dimensioni, garantendo che la liquidità disponibile diventi credito per famiglie e imprese, e preservando al contempo il ruolo territoriale delle banche appartenenti alla seconda fascia.
- Società di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese
Nasce la società di servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese. Lo strumento è destinato al riequilibrio finanziario e al consolidamento industriale delle realtà imprenditoriali italiane che vivono un momento di temporanea difficoltà patrimoniale, ma aventi buone prospettive dal punto di vista industriale ed economico. La società, che rappresenta una misura con finalità diverse rispetto ai Fondi F2i (Fondi strategico e italiano d'investimento), sarà a capitale interamente sottoscritto dagli investitori istituzionali e professionali attraverso l'emissione di azioni, coperte anche da garanzia statale.
- Portabilità dei conti correnti
Spostare il conto corrente sarà più semplice e senza spese. La misura, che riguarda sia i consumatori che le imprese, prevede, infatti, che le banche e i prestatori di servizi a pagamento dovranno procedere, a fronte della richiesta da parte del cliente, a trasferire il conto di pagamento senza oneri e spese di portabilità (che resteranno pertanto a carico dell'istituto di credito) ed entro termini prestabiliti.
La pena, in caso di mancato rispetto del termine, sarà il risarcimento al cliente in misura proporzionale al ritardo e alla disponibilità presente sul conto all'atto della richiesta di trasferimento.
- Pmi innovative
Nasce la nuova categoria delle Pmi innovative alla quale apparterranno le piccole e medie imprese non quotate, in possesso di un bilancio certificato e di almeno due tra i seguenti requisiti:
o effettuazione di spese in ricerca e sviluppo pari al 3% (minimo) del valore tra fatturato e costo di produzione;
o impiego di personale altamente qualificato pari almeno ad un quinto della forza lavoro complessiva;
o detenzione, licenza o deposito di almeno un brevetto o software registrato alla Siae.
Le Pmi innovative saranno iscritte in un registro ad hoc e usufruiranno della disciplina già prevista per le startup innovative, fatta eccezione per le disposizioni relative al fallimento e al mercato del lavoro.
- Riforma Sace
Con l'obiettivo di rafforzarne l'attività, a supporto dell'internazionalizzazione e dell'export dell'economia del Paese, il gruppo assicurativo-finanziario Sace sarà autorizzato a costituirsi come banca, potendo svolgere l'esercizio del credito diretto. L'attività dovrà essere autorizzata dalla Banca d'Italia, nel rispetto delle norme internazionali, europee e nazionali emanate in materia.
- Potenziamento "Patent Box"
Il d.l. sull'investment compact estende il regime di "patent box" anche ai marchi commerciali. Il regime introdotto dalla legge di stabilità 2015 prevede una tassazione agevolata dei redditi che derivano dall'utilizzo di alcuni beni immateriali conseguiti dalle imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo. Il potenziamento del patent box mira, si legge nel comunicato del governo, a diventare "una potente misura di attrazione di investimenti qualificati nella valorizzazione del capitale immateriale, dei marchi e dei modelli industriali, facendo del nostro Paese una potenziale piattaforma per investimenti ad alto contenuto di conoscenza".
- Misure a favore dei fondi di credito
Il decreto legge amplia l'esenzione della ritenuta "a tutti i proventi percepiti dai fondi che possono fare credito diretto alle imprese, eliminando la limitazione che prevedeva l'esenzione solo per i fondi che non facevano ricorso alla leva finanziaria". La limitazione riduce, infatti, l'accesso alla liquidità internazionale dato che la maggior parte dei credit funds, al fine di ottimizzare la struttura del capitale, si finanziano anche con il debito. Tale misura consentirà, nelle intenzioni dell'esecutivo, alle imprese italiane di accedere ai medesimi strumenti finanziari di cui beneficiano i competitor europei, allineando, contemporaneamente, la normativa a quella degli altri Paesi, tra cui in primis, Germania e Francia.
Testo della bozza dell'Investment Compact